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Sono stati confermati dalla Corte di Cassazione gli ergastoli per Giovanbattista e Santo Familiari, Giuseppe Papalia, Francesco Gullì e Marco Marino, inflitti con rito abbreviato per l’omicidio di Luigi Rende, guardia giurata rimasta uccisa nel 2007 a bordo del furgone portavalori nel corso di un tentativo di rapina davanti l’ufficio postale, di via Ecce Homo, a Reggio Calabria.
I cinque sono stati condannati anche per rapina, detenzione illegale e ricettazione di armi.
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Bella notizia che rende giustizia ma non rende alla vita, alla famiglia ed a tutti coloro che vollero bene il coraggioso Luigi Rende.
All’ epoca dei fatti ero il direttore dell’ ufficio postale di Roccaforte del greco, uno dei tanti uffici che Luigi Rende, insieme agli altri colleghi serviva nel suo abituale lavoro di sovvenzionarci o di prelevarci i versamenti.
Ebbi, nei giorni seguenti al tragico ed improvviso evento, con un telegramma alla moglie e a tutti i familiari, la necessità di esprimere il mio pensiero su una persona venuta a mancare ai suoi cari per il suo coraggio e attaccamento al lavoro che sono rarissimi da riscontrare in tutti noi.
Scrissi le testuali parole che confermo in questo mio post: “Spero che, in questo doloroso momento, voi possiate trovare la forza di non chiedere a Dio perché ve lo ha tolto, ma di ringraziarlo per avervelo dato”. Io, forse, non ho avuto il privilegio di conoscerlo, né di conoscere le sue qualità, la sua forza, sicuramente la sua gioia di vivere.
Per il suo grande cuore, la riconoscenza ed il rispetto che gli dobbiamo, cercheremo tutti di farne un modello nel suo incancellabile ricordo.
E quanto più ci ricorderemo e ci affliggeremo per lui, tanto più impareremo ad imitare le sue buone qualità ed amarle anche se perse.