Galleria della Limina, report dell’Arpacal su misurazione del gas radon

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In alcuni punti della galleria della Limina, posta tra i comuni di Cinquefrondi e Mammola, in provincia di Reggio Calabria, la concentrazione di radon, gas radioattivo naturale inerte prodotto principalmente dal suolo e dai materiali da costruzione, è superiore al livello di azione previsto dalla normativa.

E’ questo l’esito della misurazione realizzata dai laboratori fisici di Catanzaro e Reggio Calabria dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria (Arpacal), rientrante nel più ampio programma previsto per la determinazione dei livelli di radioattività ambientale all’interno della galleria, lunga 3,2 km con 8 piazzole di sosta d’emergenza ed altrettanti rifugi, nonché nell’area circostante. Piano operativo redatto dall’Arpacal, concordato in sede di riunione tecnica nella Prefettura di Reggio Calabria, e trasmesso a tutti gli Enti interessati già il 27 ottobre scorso.

Il laboratorio fisico “Ettore Majorana” del dipartimento Arpacal di Catanzaro è stato, quindi, incaricato ad effettuare la misura della radioattività naturale all’interno della galleria. Il radon, infatti, è stato classificato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC/OMS) come agente cancerogeno di gruppo 1; nel nostro Paese la normativa in vigore, per limitare il rischio per i lavoratori, ha imposto che per questi siti, in quanto gallerie, i datori di lavoro siano obbligati ad effettuare la valutazione del rischio radon da inserire nel documento di Valutazione dei Rischi, sottoscritto dai rappresentanti dei lavoratori.

L’inchiesta del programma Presa Diretta

“Durante la trasmissione Presa Diretta su Rai Tre, lunedì 10 febbraio scorso – affermano i tecnici Arpacal – il giornalista che curava il reportage dalla Galleria della Limina ha mostrato valori di radioattività, misurati appunto nei pressi del tunnel, intorno a 0.20 microSievert/ora e che, a detta del giornalista, “aumentano” fino a 0.26 man mano ci si avvicinava all’ingresso della stessa, sottolineando, fra l’altro, che tali livelli risultavano anomali rispetto al naturale fondo radioattivo (intorno a 0.10, sempre secondo lo stesso giornalista).

A tal proposito è opportuno sottolineare, anche per evitare eccessivo allarmismo nella popolazione – proseguono i tecnici – che le misure radiometriche sono fortemente influenzate dal fattore geometrico, dall’altura, dalla tipologia di roccia sottostante e da numerose altre variabili.

Mentre in laboratorio si eseguono misure in condizioni di assoluta riproducibilità geometrica, e quindi più accurate, le misure in campo forniscono tipicamente un ordine di grandezza e le incertezze che vanno considerate sono diverse: tra queste il valore corretto del fondo ambiente naturale, essendo i livelli di radioattività naturale assai variabili da luogo a luogo in quanto dipendenti dalle condizioni geomorfologiche del territorio (esistono zone nella nostra Penisola con valori di fondo naturale nettamente superiori a 0.2 microSv/h e non per questo considerati anomali), oppure la geometria di misura corretta (posizione del rivelatore rispetto alla sorgente di radiazioni), o la quota (l.m.), i tempi di misura, eventuali effetti di schermo, ed altro ancora”.

“Inoltre il rilevatore Geiger-Muller usato dal giornalista – fanno notare i tecnici – è tra quelli più soggetti alle fluttuazioni statistiche, e per questo motivo l’utilizzo di quello strumento è sconsigliato per misurazioni scientifiche attendibili. Se i valori misurati impropriamente dal giornalista nei pressi della Limina, fossero veri, un bravo ed efficiente esperto di radiazioni eviterebbe di approfondire l’indagine scientifica perché i valori sarebbero trascurabili.

L’Arpacal, invece, ha scelto un’altra strada, avviando una serie di indagini radiometriche nella galleria, un’attività specifica di campionamento per approfondimenti in laboratorio in aggiunta all’attività di indagine di tipo campale, alcune delle quali in fase di conclusione come quella relativa alla misurazione del gas radon. Quanto emerso e quanto emergerà dalle indagini, visto che ogni atto prodotto dall’Arpacal che può riguardare la protezione della popolazione non è segreto di Stato, sarà reso disponibile, pubblicato oltre che notificato agli stessi Sindaci, in quanto preposti per norma alla tutela della salute pubblica”.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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