Caridi (FI): “Stabilità 2016, dimenticati dallo Stato”

antonio caridi

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Di seguito la nota del Senatore Antonio Caridi:

La presentazione del maxi emendamento del Governo conferma purtroppo la preoccupazione che la Calabria sia considerata una terra oramai abbandonata dallo Stato.

Già nella sua struttura originaria, la legge di stabilità 2016 si è manifestata come un provvedimento privo di una strategia di lungo respiro. L’annunciata riduzione della pressione fiscale è caratterizzata solo ed esclusivamente dal rinvio di maggiori e più dolorose tasse nel 2017 e nel 2018: l’IVA è previsto che incrementi del 3%, portandosi dal 22% al 25% e dal 10% al 13%; l’effetto previsto sarà di maggiori tasse per oltre 34 miliardi di euro.

Già in passato ho criticato la norma sugli ammortamenti ad aliquota maggiorata, presentando un emendamento che estendesse l’agevolazione ai fabbricati aziendali, così da aiutare la ripresa delle numerose imprese edili presenti nei nostri territori. Ho proposto il mantenimento degli esoneri contributivi triennali a favore delle nuove assunzioni al Sud, considerato l’inaccettabile tasso di disoccupazione. Ho chiesto un intervento efficace a favore del turismo marittimo e costiero, anziché la destinazione di cospicue risorse solo ad archivi e biblioteche.

Ho proposto di inserire nelle risorse a favore delle emergenze ambientali esclusivamente destinate alla Terra dei Fuochi anche i comuni della Calabria soggetti a bonifica concentrando gli stanziamenti destinati alle ciclovie turistiche alle emergenze stradali calabresi. Più in generale, con un articolato emendamento, ho avanzato la richiesta dell’istituzione della ZES a Gioia Tauro nonché l’inserimento nella Legge di Stabilità di una norma che rendesse più conveniente il credito d’imposta della ricerca effettuata dalle imprese. Nessuno di questi emendamenti è stato accolto. Al contrario, il maxiemendamento su cui il Governo ha posto la fiducia è un vero assalto alla diligenza con numerosi piccoli interventi a favore di enti, associazioni, comuni e regioni che niente hanno a che fare con i reali problemi del Paese, della Calabria e delle sue quotidiane emergenze.

Soldi alle scuole paritarie (25 milioni), al cinema (35 milioni), alla Scuola per l’Europa di Parma (3,9 milioni), ad archivi, biblioteche, fondazioni e accademie varie (90 milioni); per gli eventi sismici del 2012, sono stati trovati 160 milioni di euro per l’Emilia-Romagna e 30 milioni per la Lombardia; 8 milioni saranno destinati alla celebrazione di anniversari e 5 milioni per la produzione della barbabietola da zucchero. Sono stati altresì confermati 450 milioni per la Terra dei Fuochi in Campania, considerando probabilmente che le emergenze al Sud non scendano al di sotto di Eboli. Sono state trovate risorse per il gran premio di Monza, 2 milioni per la Biblioteca dei ciechi, sempre di Monza, il finanziamento alle olimpiadi dei diversamente abili così come fondi per il recupero dei percorsi ferroviari dismessi da destinare itinerari con la bici; neanche un euro per la Calabria.

Dispiace infine vedere che ai comuni siciliani sono stati destinati 3 milioni per il ristoro delle spese per l’emergenza immigrazione, mentre ai comuni calabresi quotidianamente impegnati a fronteggiare gli sbarchi dei migranti non è stato riconosciuto alcunché. Come se Reggio Calabria, Crotone, Vibo Valentia e gli altri enti locali della nostra regione non stiano quotidianamente impegnandosi, con uomini e mezzi, ad accogliere dignitosamente migliaia di persone. Di tutto questo non si potrà discutere e variare nulla. Il Governo pone la questione di fiducia sul maxiemendamento. Mi chiedo se la rappresentanza parlamentare calabrese avrà il coraggio di combattere, in tutte le sedi, una battaglia a favore della terra che essi rappresentano. Mi chiedo se i senatori eletti in Calabria, che sorreggono la maggioranza, avranno il coraggio di votare a favore di una legge di stabilità che calpesta la dignità del popolo che li ha eletti. Da parte nostra siamo convinti che le forze di opposizione saranno ferme ed intransigenti nel votare contro questa legge al contempo ingiusta ed iniqua.

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