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Si è spento a 94 anni Emilio Fede, uno dei volti più noti e discussi della televisione italiana. Giornalista di lungo corso, fu prima protagonista in Rai, dove diresse il Tg1, e successivamente a Mediaset, dove guidò il Tg4 dal 1992 al 2012, segnando un’epoca con il suo stile dichiaratamente di parte e con il legame politico e personale con Silvio Berlusconi.
A dare la notizia è stata la figlia, confermando che Fede è morto a Milano, dove da mesi era ricoverato presso la residenza per anziani San Felice di Segrate.
Una carriera tra Rai e Mediaset
Emilio Fede iniziò la sua carriera alla Rai alla fine degli anni Cinquanta. Nel 1976 fu tra i conduttori del Tg1 e nel 1981 ne divenne direttore, segnando un momento storico con la diretta di Vermicino sulla vicenda del piccolo Alfredo Rampi.
Nel 1989 passò alla Fininvest di Berlusconi, dirigendo Videonews e poi fondando Studio Aperto nel 1991, il primo telegiornale italiano ad annunciare l’inizio della guerra del Golfo. L’anno successivo approdò al Tg4, che diresse per quasi vent’anni fino al 2012, quando lasciò il posto a Giovanni Toti.
Tra successi, polemiche e scandali
Il suo Tg4 divenne un simbolo della televisione schierata, spesso criticato per essere un mezzo di propaganda politica. Rimase celebre la sua emozionata esultanza nel 1994, quando Berlusconi vinse le elezioni: «Ha vinto la sua battaglia, quasi contro tutto e contro tutti».
Conosciuto anche per i frequenti fuorionda, spesso ironizzati da programmi satirici come Blob e Striscia la Notizia, Fede fu una figura tanto centrale quanto controversa.
La sua carriera fu segnata anche da vicende giudiziarie: nel 2019 venne condannato a 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione nel processo Ruby bis. Scontò la pena ai domiciliari e nel 2020 fu arrestato mentre cenava a Napoli, durante la celebrazione del suo 89° compleanno.
L’ultimo capitolo
Negli ultimi anni aveva vissuto lontano dai riflettori, accanto alla moglie Diana De Feo, ex senatrice di Forza Italia. Con la sua morte si chiude la parabola di un giornalista che ha segnato, nel bene e nel male, la storia della televisione italiana.
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