Battaglia della Sagra: inizia lo scontro

Battaglia della Sagra

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Di Francesco Salerno

<<Zeus è con noi!>>

A quelle parole, i locresi e i loro alleati, irruppero in un urlo belluino di sfida al nemico.

Il passo che stavano difendendo era interamente riempito di opliti. Un muro di carne, bronzo e ferro che non sarebbe stato facile da superare nemmeno per i crotonesi. Questi ultimi irruppero nel passaggio con un’andatura lenta ma decisa, tenendo le lunghe lance da guerra dinnanzi a sé.

<<Pronti alla carica!>> urlò Alexis quando il nemico era a meno di cinquanta metri dalla prima linea di difesa. Non avrebbe permesso ai crotonesi di caricare per primi, c’era il rischio che li spingessero oltre il passo e questo avrebbe significato la rovina.

<<CARICA!>>

All’urlo del comandante, tremila opliti locresi partirono di corsa per scagliarsi contro il nemico. Gli invasori, presi di sorpresa da quel gesto avventato, non ebbero il tempo di prepararsi all’impatto. Un boato assordante riempì l’aria quando gli scudi dei locresi investirono il nemico. L’intera linea crotonese venne sbalzata indietro, come se la mano di un gigante li avesse scaraventati a terra.

Alexis, in prima linea, non la smetteva di urlare incoraggiamenti ai suoi, mentre il loro impeto li portava sempre più a fondo nello schieramento nemico. Le urla dei feriti e dei morti iniziarono subito a levarsi da ogni dove. Mentre scudi e lance iniziavano già a macchiarsi di sangue scuro e denso.

I locresi, esaltati da quell’azione, credettero per un attimo che la battaglia potesse risolversi in quell’unica carica. Ma l’abilità dei crotonesi in battaglia non era vana gloria.

Dopo l’iniziale sbandamento, gli invasori si ripresero con sorprendete velocità, rinsaldando la presa sugli scudi e rispondendo alla carica dei locresi. Le lance guizzavano come serpenti di ferro da uno schieramento all’altro, e ovunque colpissero reclamavano un sacrificio di sangue e morte. Alexis fece appena in tempo a cogliere un movimento alla sua sinistra. Sollevato di colpo lo scudo, il comandante locrese bloccò per miracolo un colpo di spada che altrimenti lo avrebbe decapitato sul posto.

<<Maledetto!>> imprecò tra i denti, prima di dedicarsi al nuovo nemico. Questi, un guerriero alto e robusto come un toro, ghignò con aria di sfida, poi si lanciò su di lui. La spada del crotonese era ovunque, tartassando lo scudo di Alexis senza sosta. Ad ogni colpo, una fitta di dolore attraversava la spalla del comandante, che tuttavia non aveva intenzione di arrendersi. Il suo nemico era senza dubbio più forte di lui, ma forse non altrettanto scaltro. Con un rapido affondo, Alexis portò la propria lancia verso la gola nemica. Quest’ultimo alzò di rimando lo scudo, ma quel gesto fu la sua rovina. Con una finta inaspettata, il locrese cambiò traiettoria all’attacco, mirando allo stomaco, ora scoperto, dell’avversario. La punta della lancia penetrò interamente nel ventre dell’enorme crotonese, lasciandolo con una smorfia di sorpresa e dolore dipinta sul volto.

Battaglia della Sagra

La morte del guerriero, scultura di sabbia
di Francesco Marrapodi

 

Dopo aver spinto via, l’ormai inoffensivo nemico, Alexis levò lo sguardo verso il campo di battaglia.

Le due parti erano sempre meno distinguibili. Ovunque opliti sfidavano opliti in singoli duelli. Sul terreno, centinaia di morti erano in viaggio per l’Ade. I crotonesi, tuttavia, stavano già recuperando terreno.

<<Seconda linea avanti!>> ordinò infine Alexis, scagliandosi nuovamente sui nemici. Mentre tremila nuovi locresi si lanciavano nello scontro, dalla compagine crotonese proruppe un urlo disumano che fece gelare il sangue ai difensori del passo. Qualunque cosa stesse per arrivare, non era certo un bene per Locri e i suoi sogni di libertà.

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Author: Redazione_Cultura