Assolto dopo quasi nove anni, ma …

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Il Tribunale Fallimentare blocca la società ASED srl in sole 24 ore

Dopo un lungo e doloroso percorso giudiziario durato 9 anni, 6 mesi e 18 giorni, Rosario Azzarà è stato assolto con formula piena perché “il fatto non sussiste”.

La sentenza, emessa il 25 giugno, ha disposto anche la restituzione dei beni sequestrati, aprendo così la strada al possibile rilancio della società ASED srl, di cui Azzarà è socio e amministratore unico.

Con grande speranza e responsabilità, Azzarà aveva annunciato pubblicamente l’intenzione di rientrare in possesso della società per procedere al pagamento integrale di tutti i creditori, inclusi quelli le cui posizioni risultano ormai giuridicamente prescritte. Tuttavia, questa promessa rischia oggi di rimanere solo un impegno non mantenuto.

La svolta negativa è arrivata in tempi recenti, quando un avvocato di Vibo Valentia aveva presentato nel 2021 un’istanza di fallimento per la società. Inizialmente, il Tribunale Fallimentare aveva accolto la richiesta, salvo poi revocarla a seguito di una dichiarazione del curatore fallimentare che attestava la mancanza di liquidità e la presenza esclusiva di beni sotto sequestro cautelativo.

Azzarà dichiara:
Nel frattempo, tutti i beni mobili della società sono stati liquidati e svenduti senza alcuna valutazione ufficiale né gara pubblica, ceduti a soggetti non iscritti nella “white list” prefettizia e collegati a ambienti considerati sospetti; uno di questi è stato recentemente condannato a 10 anni di reclusione.

La situazione è precipitata con il trasferimento della società ASED srl, senza alcun coinvolgimento di Azzarà, dagli amministratori giudiziari al curatore fallimentare.

L’imprenditore si trova così nell’impossibilità di rispettare gli impegni assunti, mentre la società torna a essere gestita da organi terzi, riportandosi a una condizione sostanzialmente analoga a quella precedente l’assoluzione.

In un comunicato pubblico, Azzarà esprime profondo rammarico per non poter mantenere la promessa fatta con sincerità e senso di responsabilità. Al contempo, ribadisce la propria convinzione di aver sempre agito con trasparenza e nel pieno rispetto della legalità, mettendo in dubbio che lo stesso possa dirsi per gli altri soggetti coinvolti nella vicenda.

Questa vicenda mette in luce le difficoltà e le contraddizioni di un sistema giudiziario e amministrativo che, pur avendo riconosciuto l’innocenza di un imprenditore, sembra vanificare in poche ore i risultati raggiunti, lasciando nel limbo migliaia di euro di crediti e il destino di una società.

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