Ipertrofia prostatica: descrizione e diagnosi

Prostatic hypertrophy

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L’ipertrofia prostatica è una condizione che si verifica spesso nell’uomo che si avvicina ai 50 anni. E’ in questa età che si contraddistingue anche il fenomeno dell’andropausa. Il dottore Andrea Militello, specialista in urologia e andrologia, oggi ci parla di questo argomento. Lo fa analizzando nello specifico i sintomi e la diagnosi.

La prostata è una ghiandola dell’apparato urogenitale che ha il compito di produrre la maggior parte del liquido seminale arricchendolo di zinco, indispensabile per la mobilità dello spermatozoo. Nel tempo però tende anche ad aumentare di volume, specialmente la sua parte centrale. Quella parte che nell’ecografia vediamo descritta come adenoma, spesso motivo di ansia o preoccupazione per il paziente.

Adenoma Prostata

L’adenoma della prostata non è altro che la parte centrale della prostata che è cresciuta. Non s’identifica assolutamente con malattie tumorali. Nello stesso tempo tende a stringere l’uretra che la attraversa andando a comprimere quindi la via d’uscita dell’urina. Ricordiamo infatti che l’uretra permette lo svuotamento della vescica verso l’esterno. E nel suo percorso, subito dopo il collo vescicale, attraversa la ghiandola prostatica, come una galleria dentro la montagna. E’ chiaro che se la ghiandola prostatica tende a crescere specialmente nella sua componente centrale vi sarà in inevitabilmente una compressione dell’uretra stessa e quindi difficoltà urinarie.

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Ipertrofia prostatica è definita anche come adenoma prostatico o adenomatosi prostatica o iperplasia prostatica. Si manifesta essenzialmente con difficoltà di svuotamento vescicale. Ossia un flusso urinario ridotto, un’attesa minzionale, spesso uno svuotamento non perfetto per cui il paziente tende ad andare più volte al bagno e anche la notte. Spesso la sintomatologia si accompagna anche al cosiddetto residuo post-minzionale da difettoso svuotamento. Favorisce a sua volta la presenza e la formazione di situazioni infiammatorie o infettive della vescica. Associa quindi alla componente ostruttiva, che abbiamo prima descritto, anche una componente irritativa che il paziente identifica come urgenza di urinare e talvolta un incontinenza da urgenza .

Diagnosi

La diagnosi essenzialmente si basa sulla raccolta anamnestica ma indispensabilmente sull’esecuzione anche di un ecografia vescicale prostatica e nello stesso tempo di un esame uroflussometrico con cui si va a valutare la spinta del flusso urinario e contestualmente anche la presenza del residuo post minzionale, l’ecografia ci permette anche di visionare la componente endovescicale della ghiandola prostatica spesso identificata con il nome di terzo lobo.

Le terapie sono varie, dalla nutraceutica a base di Serenoa repens , a terapia farmacologica a base di dutasteride e alfa litici sino talvolta a terapie di tipo chirurgico disostruttivo endoscopico, oggigiorno essenzialmente rappresentate dalla laservaporizzazione, tecniche di cui parleremo delle nostre prossime rubriche

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Author: Francesco Iriti

Storico Direttore di www.ntacalabria.it, ed ideatore insieme a Nino Pansera della testata ntacalabria.it, é giornalista pubblicista dal 2008. Laureato in Scienze della comunicazione, ha di recente pubblicato il libro " E' un mondo difficile". Ecco il link per acquistarlo http://amzn.to/2lohl4U. Lavora come Digital Marketing Manager in Irlanda.