Università dell’antimafia non più realizzabile. “Riferimenti” denuncia zone grigie nell’universo dei beni confiscati

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La Presidente del Coordinamento Nazionale Antimafia “Riferimenti” Adriana Musella, in una  conferenza stampa tenutasi a Vibo Valentia ha denunciato le modalità di confisca dei beni mafiosi, che sopratutto in Calabria il più delle volte risultano confiscati a metà: “ossia ci si trova davanti, infatti, ” afferma la Musella “a degli immobili che risultano confiscati come fabbricato e non per quel che riguarda il terreno intorno, per cui il più delle volte è impedito l’accesso all’immobile stesso, queste sono prese in giro ” continua Musella ” e schiaffi che vengono dati allo stato di diritto, indicativi di possibili collusioni all’interno degli uffici giudiziari o del demanio”

Musella comunica che la prevista realizzazione dell’ Università dell’antimafia, già finanziata a Limbadi dal P.O.N. sicurezza, dei beni confiscati alla cosca Mancuso, non potrà più avere luogo.

Pare, infatti, che uno dei tre immobili assegnati all’ associazione fin dal 2008 non sia utilizzabile.

Si tratta della villa in cui dovevano sorgere aule e uffici della sede centrale dell’opera.

Musella denuncia a questo proposito una situazione poco trasparente e chiede agli organi inquirenti di attenzionare l’intera vicenda.

Comunica, infatti, di non aver mai ricevuto nessuna comunicazione ufficiale a tal proposito, quale destinatario del bene, se non una missiva del Sindaco di Limbadi che parla di “reclamo del soggetto destinatario di confisca” ma non specifica chi e come.

La Presidente di “Riferimenti”  chiede al Ministero dell’Interno il blocco dei fondi P.O.N. sicurezza per Limbadi e la loro destinazione  alla realizzazione dell’Universita dell’ antimafia in altra sede individuabile al momento tra Calabria e Campania.

Chiede, inoltre l’abbattimento immediato, ribadendo la necessità di mostrare l’esistenza di uno stato di diritto.

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Author: Cristina

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