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Il gioco d’azzardo, il giro d’affari legale ed illegale che ruota attorno al business delle slot machines, gli effetti patologici del gioco compulsivo e soprattutto le strategie possibili da mettere in campo a livello nazionale e nell’ambito degli Enti locali per arginare un fenomeno che ormai quotidianamente miete nuove vittime causando la rovina di migliaia di famiglie.
Sono questi gli argomenti attorno ai quali si è sviluppato l’incontro dibattito ”La posta in gioco” organizzato dal Centro Reggino di Solidarietà in collaborazione con la Caritas di Reggio Calabria all’interno del progetto ”Ma la vita non è un colpo di fortuna” e con il patrocinio del Conagga (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo), di Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, della FICT (Federazione Italiana Comunità Terapeutiche), del Dipartimento per Dipendenze dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, dell’Amministrazione Comunale e Provinciale di Reggio Calabria.
I lavori, moderati dal giornalista di Strill.it Stefano Perri, sono stati aperti dai saluti del Presidente del Cereso Don Pietro Catalano e dal VicePresidente della Provincia di Reggio Calabria Giovanni Verduci.
A relazione sui diversi aspetti del gioco d’azzardo il Presidente Nazionale del Conagga Matteo Iori, il Direttore del Dipartimento delle Dipendenze dell’Asp di Reggio Calabria Caterina De Stefano e Daniele Poto dell’Ufficio Nazionale di Libera. Contributi sono giunti anche dal Presidente del CeReso Don Pietro Catalano, dall’operatrice del Centro Calabrese di Solidarietà Giorgia Ritrovato e dal Direttore della Caritas Diocesana di Reggio Calabria Don Nino Pangallo.
”Il gioco d’azzardo rappresenta in Italia un fenomeno in forte ascesa – ha spiegato Iori snocciolando i numeri rilevati dal Conagga – è necessario che le Istituzioni se ne occupino in maniera determinata, non solo a livello locale ma in ambito parlamentare attraverso la disposizione di strumenti operativi per la prevenzione e la cura di quella che va considerata come una vera e propria malattia”.
Puntuale la relazione sugli effetti del gioco d’azzardo sull’economia criminale della responsabile dell’Ufficio nazionale di Libera Daniele Poto. ”Il gioco rappresenta uno degli strumenti principali attraverso i quali le mafie riciclano il denaro illecito. I meccanismi sono diversi, sono studiati a tavolino con le più moderne tecnologie”.
Interessante l’esperienza amministrativa raccontata dall’Assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Genova Francesco Oddone, che intervenendo in diretta video ha spiegato le principali istanze che hanno ispirato il regolamento contro il gioco d’azzardo recentemente approvato dal Consiglio comunale di Genova.
Soddisfatto dell’iniziativa il VicePresidente del CeReSo Luciano Squillaci. ”La discussione odierna – ha dichiarato concludendo i lavori – ci offre una serie di spunti sui quali lavorare nel prossimo futuro ricercando la sinergia con le istituzioni del territorio. Il problema in questi anni è sempre stato quello della mancanza di fondi. Lo Stato ha finalmente riconosciuto la dipendenza da gioco come una malattia, ma evidentemente non ha intenzione di curarla. Dal 2009 il CeReSo si occupa di GAP, in collaborazione con il D.d.D., di accogliere queste persone in difficoltà e lo fa senza ricevere alcun contributo. Abbiamo preso in carico circa 200 giocatori d’azzardo, tentando di fornire risposte a loro ed alle loro famiglie. Oggi abbiamo necessità di invertire questa tendenza, per dare risposte più puntuali ai soggetti affetti da questa patologia. A tal fine nei prossimi giorni formuleremo, a partire da questa giornata, due proposte:
1) Per quanto riguarda la prevenzione al Comune di Reggio Calabria l’adozione di un regolamento ad hoc, sulla scorta dell’esperienza di Genova, che definisca i limiti del gioco in città.
2) Per quanto riguarda invece la cura proporremo l’istituzione di un tavolo regionale che consenta di definire le linee guide dell’intervento terapeutico e riabilitativo e soprattutto individui le risorse per la sua realizzazione.”
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