Morti sulla SS 106, Pugliese: “Lo Stato italiano uccide i cittadini calabresi”

incidente mortale a Reggio Calabria

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La tragedia sulla strada Statale 106 ionica calabrese è l’ennesima strage di Stato e merita di conseguenza una riflessione. Esprimo  sentimenti sinceri di dolore, di vicinanza e cordoglio alle famiglie di Clelia Andali, 57 anni, e del bambino, Leonardo G., di 12 anni. I numeri terribili che riguardano questa strada ci dicono con laconica freddezza che queste ultime due vittime sono rispettivamente la quattordicesima e la quindicesima vittima della famigerata “strada della morte” nel solo 2013.

Questi angeli si uniscono, infatti, a Angelina Borelli, di 47 anni, deceduta il 26 luglio nei pressi di Steccato di Cutro, Antonietta Vigile di 61 anni, deceduta il 20 luglio 2013 in un incidente a Strongoli (KR), Jonel Parus di 32 anni, deceduto l’01 gennaio 2013 a Isola Capo Rizzuto (KR), Carlo Chiriaco di 67 anni, deceduto il 10 gennaio 2013 a Catanzaro Lido (CZ), Vincenzo Salvatore Corvino di 43 anni, deceduto il 03 gennaio 2013 a Trebisacce (CS), le sorelle Valentina Fiore di 21 anni e Teresa Fiore di 25 anni, decedute il 16 febbraio 2013 a Rossano (CS), Antonio Perrone di 52 anni, deceduto il 29 aprile 2013 a Isola Capo Rizzuto (KR), Domenico Iacino di 21 anni, deceduto il 10 maggio 2013 a Corigliano Calabro (CS), Marcel Mocan di 44 anni e Doru Badu di 42 anni, deceduti il 04 giugno 2013 a Trebisacce (CS), Bruno Frustace di 84 anni, deceduto il 13 giugno 2013 a Strongoli (KR) e Roberto Leonardo di 52 anni, deceduto il 18 giugno 2013 – Roccella Ionica (RC).

Un elenco terribile che farebbe raddrizzare i capelli a chiunque ed invece purtroppo scorre nell’indifferenza generale. Quella della calasse politica dirigente regionale e nazionale che di questa indicente “mulattiera” non si occupano quasi mai tranne in occasioni dolorosissime nelle quali non disdegnano di presenziare con la fascia tricolore al collo e sulla bocca frasi di circostanza, banalità e, nelle migliore delle ipotesi, una composta e moderata indignazione. L’indifferenza dei quotidiani locali e nazionali che oggi – ne sono convinto – dedicheranno ampio spazio a questa ennesima tragedia ma – normalmente – non si occupano più delle tristi vicende legate a questa strada maledetta forse perché le morti (tantissime!), causate da questa strada non fanno più notizia!

Sono disgustato e triste, da giovane calabrese, per le dichiarazioni del Ministro Lupi (nei giorni scorsi in Calabria), poiché esse sono la dimostrazione che lo Stato ha delle responsabilità enormi sul mancato ammodernamento della strada Statale 106 Ionica calabrese. Leggere che dei 15 miliardi di euro previsti per l’ammodernamento di questa strada ad oggi ne sono stati stanziati 2 miliardi e 200 milioni è, a dir poco, sconfortante! Ancora più sconfortante, inoltre, risulta la richiesta del Ministro al governatore calabrese Scopelliti di indicare, entro il 10 settembre, quali temi privilegiare tra quelli contenuti nell’Intesa generale quadro, in modo da riscrivere le priorità in base alle reali esigenze della Calabria. Ciò, infatti, non solo evidenzia la incapacità di assumersi delle responsabilità da parte del Ministro Lupi ma, addirittura, può farci capire in che mani ripone delle scelte che sono centrali per la nostra amata Calabria: nella mani di una classe politica regionale che da tempo antepone ai fatti concreti per ammodernare questa strada solo la peggiore demagogia!

Nello scorso 19 luglio a Cirò Marina c’è stata una manifestazione indetta dal comitato V.I.T.A. e dal suo Presidente Nando Amoruso. In quella manifestazione Amoruso lamentava come la realizzazione di una rotonda ed un sottopasso sulla strada Statale 106 Ionica a Cirò potrebbe non essere realizzata – nonostante il progetto approvato è già stato finanziato – a causa del rischio di fallimento della ditta che si è aggiudicata i lavori! È una vergogna sulla quale regna il silenzio più assoluto! Così come è stato coperto dal silenzio ciò che nei giorni scorsi è avvenuto a Saline Joniche dove la lentezza con cui si svolgono i lavori di una rotatoria hanno irritato i commercianti e tutti i cittadini che, giustamente, lamentano l’abbandono che viene dallo Stato. I commercianti di Saline Joniche non chiedono favori, né cortesie ma al contempo non accettano né potranno mai condividere l’irresponsabilità dell’Anas che – attraverso lavori ancora non completati – porterà gli stessi ad abbassare le serrande delle attività commerciali costruite nel tempo e attraverso anni di sacrifici.

I commercianti di Saline Joniche hanno già dichiarato di denunciare l’Anas per tutti i mancati redditi dovuti ai ritardi dei lavori ed hanno minacciato lo stato di agitazione ed il blocco della strada Statale 106 Ioniche per i prossimi giorni. Ed è passato sotto silenzio anche ciò che è avvenuto, sempre nei giorni scorsi, a Lazzaro dove l’ANCADIC Onlus ha reso noto che l’ANAS ha fatto sapere che il punto relativo al transito pedonale lungo la nuova SS I06 non è consentito dal Nuovo Codice della Strada. Tuttavia, la stessa Associazione, fa notare che i dubbi sulla veridicità di quanto asserito dall’ANAS trovano fondamento nella mancata citazione dell’articolo del codice stradale che ne vieta il transito. Inoltre, l’ANCADIC fa notare che a completamento dei disagi per il conducente, sullo svincolo di Lazzaro Sud è possibile riscontrare  una disordinata presenza di segnaletica verticale di indicazioni che in ingresso nel corso Italia e sull’isola centrale.

Tutto questo, lo ripeto impone una riflessione. Impone, tuttavia, anche delle domande: perché si deve parlare di questa strada – una delle principali arterie di collegamento del mezzogiorno d’Italia – solo quando accadono tragedie di Stato come quella di questa notte?

Cosa deve ancora accadere affinché i dirigenti politici calabresi regionali e nazionali capiscano che la strada Statale 106 Ionica calabrese è la priorità infrastrutturale della quale ha bisogno la nostra Calabria per poter vincere la crisi economica, per il proprio progresso e per quello sviluppo necessario per farci restare a passo con l’Europa?

In questi giorni ho solo una consolazione: quella di aver costruito con poco e senza grossi mezzi economici una rete nei social network – che cresce sempre di più – di uomini e donne che condividono, informano e partecipano ai problemi relativi alla “strada della morte”!

Questo è solo l’inizio di una battaglia di verità e di giustizia alla quale non mi sottrarrò mai contro uno Stato italiano che uccide i cittadini calabresi.

Fabio Pugliese

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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