Manifestazione Tiberio Evoli, un grido unanime: “L’Ospedale non si tocca”

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Si è conclusa da poco la manifestazione a Melito di Porto Salvo contro la chiusura dell’Ospedale Tiberio Evoli. Il corteo è partito stamattina da Via del Fortino, passando per la Via Nazionale, il Corso Garibaldi e si è diretto a Piazza Stazione, dove per l’occasione è stato montato un palco.

Presenti i sindaci dell’area grecanica, i sindacati, i comitati del territorio, tra i quali il Comitato Civico Pro Condofuri, Mamme per un futuro e Comitato pro Ospedale, i gonfaloni dei Comuni dell’Area Grecanica e tanti cittadini che hanno protestato contro la chiusura del nosocomio melitese.

Il grido unanime è: “L’Ospedale non si tocca!”.

In alcuni cartelli affissi sul Corso Garibaldi, il Comitato Pro Ospedale, invitava i Sindaci dell’area grecanica a consegnare le fasce tricolori al Prefetto di Reggio Calabria.

Durante la manifestazione odierna, gli organizzatori hanno voluto dare la parola ai cittadini e non ai politici, poiché come ha affermato il Sindaco di Melito di Porto Salvo, Gesualdo Costantino, l’Ospedale non può e non deve avere alcuna interferenza politica.

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Oggi, con la protesta pacifica, si è voluto rivendicare il diritto di far nascere i futuri bambini a Melito di Porto Salvo e come ha affermato, Aurelio Monte, sulle carte d’identità dei futuri nascituri, dovrà continuare a esserci scritto “nato a Melito di Porto Salvo” e non “nato in una clinica privata”.

A prendere la parola per primo il Presidente del Comitato Pro Civico Condofuri, Salvatore Tuscano, il quale ha ribadito il “no” allo smantellamento dell’offerta sanitaria nosocomiale.

Subito dopo, importante e incisivo l’intervento di Don Benvenuto Malara: “Non intendo dare l’estrema unzione all’Ospedale ma non posso fare a meno di ricordare che negli anni scorsi si sono verificati gesti delinquenziali, lotte tra medici e persino fughe di alcuni illustri medici da Melito di Porto Salvo”. Continua il parroco: “Noi cittadini, dove eravamo quando succedeva tutto ciò? Il silenzio di prima ci colpevolizza ora”.

Inoltre Don Malara si rivolge al Presidente della Regione, Scopelliti e a tutti coloro che hanno responsabilità sulle decisioni riguardo la chiusura del presidio ospedaliero e li invita a Melito di Porto Salvo per trovare una via d’uscita.

Sale sul palco anche il dottor Baccellieri, rappresentante del Sindacato medici Ospedalieri, che afferma: “La sanità non ha colore politico e l’Ospedale generale deve vedere realizzati i requisiti di diagnosi e cura, quella che al momento viene a mancare nel presidio melitese”. Inoltre il dottore, ricorda la figura di Tiberio Evoli che ha voluto questo Ospedale, senza al tempo avere avuto alcuna risorsa e quindi dovrà continuare ad esistere in suo onore.

“Noi lotteremo fino a quando non avremo azioni concrete”, dichiara il sindacalista Aurelio Monte. “Vorrei che i miei nipoti nascessero qui.” Durante il suo intervento, nel quale Monte, invitava i Sindaci dell’area grecanica a depositare le fasce tricolore davanti al Prefetto e i cittadini a ritirare le schede elettorali, in segno di approvazione, i Sindaci hanno depositato sul tavolo antistante le fasce ricevendo gli applausi di tutti i presenti.

Infine chiude gli interventi, il Presidente dell’Associazione Sindaci dell’Area Grecanica, Gesualdo Costantino, ripercorrendo le varie tappe e personalità mediche che si sono contraddistinte nella storia del Tiberio Evoli. Durante il suo lungo intervento, il sindaco melitese, ricorda che la chiusura della struttura comporterebbe il rischio che le emergenze non possano giungere né a Locri, né a Reggio Calabria. L’area grecanica, comprendente ben 12 Comuni, prosegue Costantino, è difficilmente già percorribile a causa delle scarse condizioni viarie, dovute a continui lavori. Si rivolge ai cittadini chiedendo aiuto in questa battaglia di civiltà. E conclude assicurando ai presenti che la situazione è già stata fatta presente al Prefetto di Reggio Calabria e afferma: “Questa manifestazione non finirà qui stamattina”.

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Author: Cristina

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