Lazzaro (RC), bomba di fibre di amianto aerodisperse nell’ambiente

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Riceviamo e pubblichiamo:

Se ad un disastro non viene data voce nulla succede. Ottimo rimedio. Una panacea, per fare apparire l’efficienza della Pubblica Amministrazione locale e un paese ove tutto funziona alla perfezione. Infatti a fine aprile/ primi di maggio u.s. in località Ferrina di Lazzaro è crollata gran parte della copertura di due vasti stabilimenti industriali, apparentemente in disuso interamente ricoperti di lastre di amianto (eternit vecchio tipo) unitamente al sottotetto anch’esso sembrerebbe ricoperto da lastre di eternit. Una altra bomba ecologica per Lazzaro.

Il grave episodio non è stato divulgato. Certo se le notizie non vengono fornite agli Organi d’informazione non potranno avere seguito. Per quanto è dato sapere,  a determinare il crollo sarebbero stati alcuni interventi di recupero di materiali eseguiti  da cittadini stranieri, per facilità di comprensione “extracomunitari”. Dopo il gravissimo evento sembrerebbe sia intervenuta qualche Istituzioni che non ha fatto trapelare nulla sull’accaduto.

amianto-lazzaro
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I vasti stabilimenti interamente ricoperti di eternit sono posti a pochi metri dal popoloso rione “Casalotto Ferrina”, i cui abitanti sono fortemente allarmati per quello che è successo,  che si sarebbe potuto evitare, e per non avere ricevuto notizie in merito.

A distanza di un paio di mesi, pur tenendo conto dei tempi tecnici necessari,  nulla di concreto è stato fatto e la situazione desta ancor più preoccupazione anche perché era ed è necessario e urgente rimuovere un’altra vasta porzione di copertura che si presenta pericolante, il cui eventuale crollo arrecherebbe un ulteriore danno, non all’immagine del paese, ma  all’ambiente e quindi alla salute della popolazione, soprattutto agli abitanti direttamente esposti alle inalazioni.

L’eventuale crollo potrebbe interessare spazi pubblici o proprietà private confinanti, ma soprattutto, l’ambiente, quindi la salute dell’uomo e non capisco perché non è stato richiesto, non ci risulta diversamente, l’intervento dei vigili del Fuoco per verificare lo stato dei luoghi ed eventualmente rimuovere il pericolo imminente. Chi si è preso questa responsabilità?

amianto-lazzaro-2
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Ripetutamente il Comitato spontaneo “Torrente Oliveto” da alcuni anni ha chiesto con insistenza alle istituzioni competenti, in primis al Sindaco del Comune di Motta San Giovanni, di effettuare tra l’altro  una completa bonifica dell’amianto in tutto il territorio comunale, mettendo in risalto che il paese di Lazzaro è sommerso dall’amianto che in qualche caso quello posto a copertura di vasti stabilimenti industriali si sta polverizzando, ma nulla sembrerebbe sia stato fatto, anzi sono stato accusato, tra l’altro, di procurato allarme e che le mie numerose segnalazioni hanno intasato gli uffici pubblici, danneggiato l’immagine del paese con gravi danni all’economia. Ma una cosa è sotto gli occhi di tutti ovvero: se chi di dovere fosse intervenuto  dietro la prima segnalazione come istituzionalmente obbligato   sarebbero venute meno tutte le altre e con esse i pericoli.

Questi sono invece i risultati del paventato procurato allarme e dell’incredibile stalking mediatico da me posto in essere nei confronti del Sindaco del Comune di Motta San Giovanni. Perché non sono stati fatti i controlli? Controlli che tra l’altro erano necessari per verificare lo stato di conservazione delle coperture di amianto anche a seguito della forte grandinata che lo scorso 15 gennaio si è abbattuta sul territorio di Lazzaro,  i cui chicchi di grandine grossi  come palle da tennis hanno arrecato notevoli danni ad autovetture, agricoltura, serrande avvolgibili e tapparelle.

Speriamo che almeno ci venga risparmiato di dover ancora rileggere nelle note diffuse anche attraverso alcuni Organi d’Informazione che è stato dato incarico all’ ASP e all’ARPACAL di controllare la qualità dell’aria, come se questi potessero fermare le migliaia di fibre di amianto che in un così lungo decorso temporale (dal 1992 obbligo rimozione amianto) o in caso di episodi come quello in trattazione, si sono disperse nell’ambiente a causa del cattivo stato di conservazione dell’amianto, tra l’altro fibre cancerogene già respirate e assorbite dall’essere vivente.  Sarebbe, invece  più appropriato far ricorso  a metodiche e strumenti per l’analisi delle fibre di amianto in organi e tessuti umani. In conclusione atteso che si tratta di fatti perseguibili d’ufficio invitiamo attraverso gli Organi di Informazione la Procura della Repubblica e il Signor Prefetto di Reggio Calabria di voler intervenire con tempestività sulla questione ed accertare se le Istituzioni competenti preposte ad intervenire anche quelle più volte da noi interessate abbiamo posto in essere i dovuti  provvedimenti a tutela della collettività.

Vincenzo CREA

Referente unico dell’ANCADIC Onlus

Responsabile e coordinatore del territorio nazionale

Area di interesse tutela dell’ambiente e del patrimonio paesaggistico

e Responsabile del Comitato  spontaneo “Torrente Oliveto”

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Author: Cristina

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