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Riceviamo e pubblichiamo:
“Apprendo dagli organi di informazione del gravissimo episodio recentemente verificatosi presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Spoke di Locri, dove un cittadino del nostro Comprensorio, che accompagnava una paziente, poi classificata come in “codice bianco”, ha reagito in maniera sconsiderata ed inqualificabile al veto oppostogli dal personale in servizio a che restasse accanto alla paziente stessa durante gli accertamenti diagnostici (in quel momento erano presenti altri pazienti con patologie ben più gravi).
L’episodio ripropone, in termini urgenti ed inderogabili, il sempre attuale problema della sicurezza degli ambienti ospedalieri in genere e del personale che vi opera in particolare, nonché di quanti, a qualsiasi livello, frequentano le strutture ospedaliere.
Se è pur vero, da una parte, che il “pianeta sanità” spesso è afflitto difficoltà per motivi riconducibili a varie responsabilità, è altresì vero, dall’altra, che non possono essere ignorati o vanificati impegno e sacrifici profusi da tanti professionisti che quotidianamente – in totale anonimato – offrono la loro opera ed il loro sapere al servizio di quanti soffrono e ad essi si rivolgono con fiducia. Urge, pertanto, una radicale inversione di tendenza nell’amministrazione e nella gestione della politica sanitaria che deve sempre più mirare al rispetto del diritto alla salute dell’individuo, costituzionalmente garantito, adottando tutte quelle iniziative utili a restituire ai cittadini fiducia e certezza verso quelle istituzioni sanitarie alle quali si rivolgono.
Bisogna insomma sconfiggere, coi modi e coi termini più opportuni, l’ormai consolidata psicosi – purtroppo a volte comprensibile – che ovunque ci possa essere il marcio e che, pertanto, sia d’obbligo la diffidenza, il sospetto, il dubbio che poi sfociano anche in deprecabili azioni come quella di cui sono stati recentemente destinatari gli operatori del Pronto Soccorso di Locri ma che la cronaca ha registrato anche in altri presidi sanitari della provincia reggina. Si tratta di obiettivi raggiungibili solo se si lavora in unità di intenti e risolvendo tutti i problemi fin qui, a più livelli, denunciati ed abbandonando tutte quelle pregiudiziali generate da convinzioni che nulla hanno a che vedere con la buona sanità e con l’interesse collettivo.
In questo percorso, pertanto, nessuno può più chiamarsi fuori se si vuole finalmente poter parlare di una “sanità” a misura di cittadino. Auspico che le istituzioni competenti vogliano valutare l’inderogabile necessità di ripristinare il Posto fisso di Polizia presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Locri (con i circa 50 mila ricoveri annui il più frequentato della provincia dopo i Riuniti di Reggio Calabria) e, comunque, tutti gli accorgimento per garantire sicurezza e serenità negli ambienti di lavoro di tutti i nosocomi della provincia di Reggio Calabria. Esprimo totale ed incondizionata solidarietà e vicinanza al personale del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Locri, al suo Primario, Dott. Giuseppe Zampogna, a quanti quotidianamente prestano la loro opera nell’intera struttura nosocomiale e, per essi, al Direttore Sanitario, Dott. Vincenzo Schirripa, nonché all’Ordine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria, che tanto impegno sta profondendo per restituire prestigio e dignità alla categoria che rappresenta”.
Giuseppe Varacalli,
Presidente Comitato di Rappresentanza dei Sindaci
in seno all’Asp 5 di Reggio Calabria – Sindaco di Gerace
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