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La mattina del 12 gennaio 2016 si è tenuto presso il Museo di Gioia Tauro un seminario su democrazia e totalitarismo, organizzato dall’Assessore alla Cultura Francesco Toscano e da Maria Rosaria Russo, Dirigente dell’Istituto “R. Piria” di Rosarno.
Il seminario, coordinato dalla prof.ssa Rosa Marafioti, è stato possibile grazie a una duplice premessa: da una parte la volontà del Comune di Gioia Tauro di inaugurare un dialogo tra le giovani generazioni – che si accostano alla nostra tradizione culturale attraverso l’Istituzione scolastica – e tutta la cittadinanza – invitata a esplorare ambiti concettuali costitutivi dell’esistenza, ma in cui spesso ci si muove inconsapevolmente; dall’altra la sperimentazione pedagogico-didattica attuata presso l’Istituto “Piria”, che promuove l’utilizzo delle nuove metodologie e l’educazione a una cittadinanza attiva e responsabile. Per la preparazione del seminario è stata infatti adottata una variante del metodo del Cooperative Learning, che è stato proposto a gruppi di due terze e di una quinta classe, con finalità di sviluppo delle abilità pro-sociali e del potenziamento delle eccellenze.
Si è scelto di prendere in considerazione i temi della democrazia e del totalitarismo a partire dalla lettura di due classici del pensiero storiografico e filosofico (La democrazia degli antichi e dei moderni, di Moses Finley, e Le origini del totalitarismo, di Hannah Arendt), per andare alle fonti di quelle teorie che si trovano riassunte spesso in maniera troppo frettolosa nei manuali scolastici. La forma di governo democratica è stata analizzata da un punto di vista teorico-comparativo, con lo scopo di fare emergere sia le caratteristiche generali della democrazia, sia le differenze tra il suo concetto moderno e quello antico. Il totalitarismo, quale fenomeno politico in cui un’unica ideologia è imposta in modo da forgiare la vita esteriore e interiore sia dell’individuo sia dell’intera società, è stato invece esaminato attraverso il primo studio sistematico che se ne è occupato – il testo di Hannah Arendt –, in cui sono stati posti in luce i suoi caratteri generali. Negli anni Ottanta durante lo Historikerstreit il libro della Arendt è stato criticato per essersi soffermato più sulle analogie che sulle differenze dei regimi totalitari. Se questo è vero, va comunque ricordato che sottolineare troppo la diversità può sfociare talvolta nel medesimo “giustificazionismo” storico che è stato rimproverato al “revisionismo”.
Dal dibattito che è seguito all’esposizione degli alunni del “Piria” è emerso che quello che è veramente importante è non cessare di interrogarsi sul passato. Solo così esso potrà “passare” – per usare una nota espressione di Ernst Nolte –, cioè noi uomini d’oggi ci potremo porre in un corretto atteggiamento di comprensione che consenta al presente di accogliere la sua eredità e di proseguire verso il futuro.
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