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L’arte indiscussa e magica del poeta caraffese, che riesce miracolosamente a racchiudere in pochissime righe un intero universo, rendendolo all’atto immortale.
“U tempu” di Rocco Mollace è sotto ogni aspetto il suo primo biglietto da visita: un biglietto che lo colloca tra i grandi della poesia in vernacolo. Rocco Mollace gioca con le parole con grande famigliarità e con l’attitudine verbale dei titani del gergo; riuscendo a racchiudere (attraverso i suoi versi e all’interno di un piccolo scrigno) la vastità cumulativa dei suoi argomenti: lo scrigno, appunto, prodigioso e impareggiabile delle sue composizioni. Questa è magia, arte e poesia nel contempo. Ma vediamo di capire insieme di cosa di tratta:
U tempu
Mentri u tempu passa ti ccarizza,
ma picciulu si ancora e non ti ccorgi,
sembra ca u mundu u teni d’a capizza,
e si ccetti u bicchieri chi ti porgi.
Quando apoi vidi ca tuttu finiu,
u tempu (u megghju amicu) ti tradiu.
L’autore si sente di dovere di ringraziare un altro pilastro della poesia dialettale (Bruno Versace) per aver visionato la suddetta poesia.
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