Acqua azzurra, acqua cara. Di Mario Nirta

Mario Nirta

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Quando si parla della privatizzazione dell’acqua, viene in mente che, dal tempo dei tempi, alcuni profittatori hanno cominciato ad accaparrarsi pezzi di spiaggia destinati a divenire sempre più estesi; vi hanno impiantato un chioschetto e parecchi ombrelloni e l’acqua del mare, già salata di per sé, per noi diventò salatissima.

Nessuno intervenne perché la corruzione circola da sempre, e poco alla volta fummo costretti ad estenuanti peregrinazioni prima di trovare un lembo di spiaggia gratis. Poi sulle spiagge si costruì e fummo defraudati di un bene comune, incanalato a diventare sempre più un bene privato. E lo stato, tanto per restare in tema, acqua in bocca. Ma almeno lì si trattava dell’acqua salata che è sì importante, ma non vitale. Invece, se già i vari gestori pubblici distribuiscono l’acqua dolce così bene da costringerci ad andare avanti a minerale, cosa succederà con i privati?

Probabilmente predisporranno distributori alla spina con acqua super, normale, gasata, liscia e la ragazza che fa plin plin. E nei pressi delle chiese installeranno, gratis oh, altrimenti i vescovi s’incavolano, la pompa dell’acqua santa per battesimi e benedizioni varie. Speriamo solo che nessun presidente della Repubblica si degradi a firmare, un tal decreto. Diversamente, l’unica possibilità di sopravvivenza è quella di farci risarcire l’orina. E mi spiego: visto che, secondo gli scienziati, se beviamo due litri di acqua ne espelliamo quasi un litro e mezzo, che evaporando ridiventa acqua ecc…ecc…, per non pagare la stessa acqua infinite volte, almeno il litro e mezzo d’orina andrebbe defalcato dalla bolletta. In pratica, una specie di vuoto a rendere, per cui ognuno di noi dovrebbe portare sul, chiamiamolo così, tubo erogatore, un orinometro collegato alla centrale per usufruire dei “benefici di pipì”. Ciò ci consentirà di allegare alla dichiarazione dei redditi, anche quella dell’orina a dimostrazione che, mi si perdoni la volgarità, anche quella dell’acqua sarà l’ennesima privatizzazione del …

 

 

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Author: Redazione_Cultura