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Pentedattilo ha fatto da cornice al convegno “L’Arte Bizantina nell’Area Grecanica”, organizzato dal Rotary Club Melito Porto Salvo Area Grecanica Capo Sud con la collaborazione della FIDAPA Melito Porto Salvo.
Il borgo, cuore pulsante dell’Area Grecanica, si è trasformato in un palcoscenico vivo di cultura e identità, con le sedie gremite e una comunità pronta ad ascoltare e a riscoprire le proprie radici.
Il presidente del Rotary Melito Area Grecanica Capo Sud, Antonino Pansera, ha aperto la serata con un saluto in greco
– «Calispera, kalos irtete to Pentedattilo» –
per sottolineare l’anima ellenica del luogo.
«L’arte bizantina, con le sue icone, i suoi simboli e la sua spiritualità, ha lasciato un’impronta indelebile nella nostra terra», ha detto.
E ancora: «Valorizzare il patrimonio culturale è un servizio alla comunità: custodire la memoria e la bellezza significa costruire il futuro. L’arte, insieme alla musica, educa, unisce, crea dialogo».
Dopo i saluti istituzionali, il borgo è diventato spazio di riflessione. Il delegato del Governatore, De Marco, Enrico Paratore ha ricordato come la cultura sia motore sociale e ponte di pace nel Mediterraneo; il presidente della Commissione Rotary Foundation Luciano Lucania ha posto l’accento sul legame tra tutela del patrimonio e inclusione sociale.
Il sindaco Annunziato Nastasi ha chiamato Pentedattilo per nome, vedendolo come progetto di rigenerazione e promessa di continuità.
Un momento centrale è stato l’intervento di Giovanna Mastrotisi, rappresentante del network internazionale F.R.A.C.H.. Ha raccontato il progetto di ricostruzione digitale degli affreschi crollati di Norcia, realizzato con il coinvolgimento di ragazzi autistici: un’esperienza che trasforma il restauro in cura condivisa, memoria che prende forma da frammenti dispersi.
Tra i momenti più suggestivi, la presenza dell’iconografo cubano José Luis García Cortés, ventisettenne che ha portato un ponte inatteso tra Cuba e Calabria. Cortés ha donato al Club un’icona appositamente realizzata e, davanti al pubblico, ha iniziato a dipingere dal vivo su una pietra del borgo: la superficie inerte che si trasforma in immagine sacra è diventata il simbolo della serata, arte che respira, tradizione che si rinnova.
Di grande forza anche le parole di Nino Spirlì, presidente della Fondazione per la Comunità Greca di Calabria: «Un’icona non si dipinge, si scrive. È pari a una pagina di Vangelo. Davanti alla statua parliamo noi, davanti all’icona tacciamo e ascoltiamo». La sua riflessione ha restituito il senso spirituale dell’arte bizantina, come ponte tra fede e identità mediterranea.
La pedagogista Beatrice Mafrici ha parlato di “arte che educa”, spiegando come i linguaggi extraverbali possano aprire nuove strade per bambini e ragazzi. «La meraviglia è sotto casa: Pentedattilo, Gallicianò, Bova. Prima di andare verso il mondo, dobbiamo essere cittadini delle nostre radici».
Il docente Antonino Federico ha riportato l’attenzione al Mediterraneo, definendolo «il mare da cui viene l’arte»: un porto di arrivi e partenze, dove icone e monaci basiliani hanno plasmato la Calabria bizantina.
Infine, la storica dell’arte Anna Ermidio ha tracciato un viaggio dall’arte di Ravenna a Santa Sofia fino all’Aspromonte dei basiliani, per concludere con l’analisi dell’icona di Cortés, dove oro, azzurro e rosso dialogano e accolgono lo sguardo del pellegrino. «L’arte bizantina non si spiega, si contempla», ha sottolineato.
Ad arricchire la serata, la musica popolare di Carmelo Pansera con organetto e tamburello, l’esposizione delle opere di Cortés nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo e una degustazione di prodotti tipici dell’Area Grecanica, che hanno reso l’esperienza immersiva e condivisa.
Il convegno si è chiuso con le parole del neo presidente Rotary Pansera: «Solo conoscendo e amando ciò che ci appartiene possiamo trasmetterlo alle nuove generazioni. L’arte bizantina continuerà a parlarci, a educarci e a ispirarci».
E quando la luce è calata sulle rocce di Pentedattilo, è rimasta la certezza pronunciata all’inizio: custodire la bellezza significa custodire il futuro.
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