Reggio Calabria, il rumore silenzioso dei lavoratori dell’Unitas Catholica

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I dipendenti della Fondazione Unitas Cattolica denunciano il gravissimo stato di difficoltà e di crisi in cui verte la suddetta struttura che sopravvive da ormai più di 13 mesi senza ricevere le rette da parte dell’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria e nonostante quest’ultima abbia già introitato i fondi destinati ad hoc dalla Regione Calabria.

La Fondazione Unitas Catholica, nata 60 anni fa per volere di S.E. mons. Giovanni Ferro e portata avanti con l’opera di suor Maria Grazia Gallingani, svolge servizi per i minori e nello specifico gestisce una Scuola materna, tre  centri diurni e quattro comunità residenziali, a favore di minori che provengono da varie forme di disagio socio-ambientale e/o familiare. Detti servizi sono garantiti da più di 50 unità di personale che non percepisce stipendio da ben un anno!

Ma, nonostante ciò, il grande senso del dovere, il senso di appartenenza alla mission dell’Unitas Catholica e l’umanità nello svolgere il proprio lavoro, li porta ancora a prestare il proprio servizio. Ma la buona volontà e l’impegno personale non sono sufficienti a garantire la continuità di un servizio così delicato ed infatti , della crisi economica a risentirne maggiormente sono proprio le  comunità residenziali, dove oggi sono ospiti 12 utenti in età compresa tra gli 8 e i 17 anni , a tali minori si aggiungono anche i posti di pronta accoglienza a favore dei minori provenienti da sbarchi clandestini e i centri diurni che ospitano altri 40 minori.

La tolleranza dei lavoratori ha raggiunto ormai il livello di guardia anche perché sono impotenti a far fronte a tutto questo! A differenza di molte altre realtà reggine che versano in analogo stato di disagio economico e che hanno fatto  sentire la loro voce attraverso manifestazioni pubbliche e/o interruzione dello stesso servizio, i lavoratori della Unitas Catholica non possono , invece, agire similmente poiché un eventuale sospensione del proprio servizio recherebbe ulteriore disagio alle vite già segnate di quei minori  che sono affidati alla struttura dagli organi territoriali di competenza; ma il perdurare dell’attuale situazione li porterebbe, loro malgrado, anche a dover  adottare soluzioni estreme che avrebbero ripercussioni ovviamente negative per tante famiglie, nonché per gli stessi bambini!   L’unica “arma” a disposizione per poter far sentire il loro disperato appello è il presente comunicato, attraverso il quale si vuole attenzionare la sensibilità delle autorità competenti affinché vengano tutelati e garantiti i diritti dei lavoratori, attraverso il cui operato dipende anche la sopravvivenza della Fondazione.

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Author: Cristina

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