Lazzaro e il litorale ritrovato: storia a lieto fine di una buona politica locale

la castelluccia

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C’era una volta l’erosione costiera… Sono passati oltre sei anni da quel 28 marzo 2006, ovvero da quando con un articolo apparso su un quotidiano locale, dal titolo “Lazzaro, turismo al collasso. L’erosione cancella la costa. E i campeggi chiudono i battenti”, si certificava la crisi del settore più importante dell’economia locale. Sono seguiti anni di dura e lunga lotta con il mare e con le sue devastanti forze, una lotta all’insegna dell’orgoglio di far rivivere una città e il suo splendido mare.

Oggi, giugno 2012, la storia è cambiata: le opere di protezione costiera, ormai quasi al completo, danno i frutti sperati, il litorale prende vita, il lungomare rinasce. E’ Il giusto esito di un’azione amministrativa intrapresa dal Comune di Motta San Giovanni e posta come priorità della giunta Laganà sin dal suo primo insediamento. Ripercorriamone i momenti più significativi.

La situazione iniziale: la messa in sicurezza post mareggiate

La prima azione di ricostruzione del litorale si è concentrata sul superamento delle situazioni di pericolo createsi negli anni precedenti a causa dell’arretramento della linea di costa.
In particolare, a seguito delle mareggiate del dicembre 2008 che hanno interessato il lungomare Ottaviano Augusto, si è provveduto a contrastare definitivamente l’erosione che si è spinta fin sotto le costruzioni, talvolta superandole ed interessando le viabilità comunali retrostanti.

La progettazione e la suddivisione in stralci

Il progetto esecutivo di protezione costiera, autentico fiore all’occhiello dell’amministrazione Laganà, ha previsto tre stralci successivi (A, B e C), finanziati con fondi comunitari “A.P.Q. (Accordi di Programma Quadro) – Difesa del Suolo ed Erosione delle Coste”. Diversi i tratti interessati: dal Lido Acqua Azzurra a Casa Attinà, fino a Lazzaro Vecchio, il Torrente Saetta e la via Marina, oggi Lungomare Cicerone; coinvolti anche il camping Capo d’Armi e l’omonimo promontorio.

Oggi: Lazzaro cambia volto

Il risultato del ripascimento costiero è sotto l’occhio di tutti: residenti, turisti ed operatori commerciali. Con la ricostruzione del litorale è stato fatto il primo significativo passo verso il rilancio turistico del territorio, adesso è il momento di sfruttarne le potenzialità attrattive. Le attività alberghiere e i punti di ristorazione, la creazione di lidi e servizi potrebbero dare nuova linfa allo sviluppo economico comunale.

L’entusiasmo del primo cittadino su quanto realizzato e le riserve sul futuro


«L’opera messa in atto – commenta il sindaco Paolo Laganà – non è stata finalizzata semplicemente alla gestione dell’emergenza. In altri termini il nostro obiettivo non era solo quello di “ imbrigliare “ la potenza delle onde, tutelando le abitazioni e le attività fronte mare e il litorale, bensì quello di far rivivere un territorio e uno dei tratti più belli della costa jonica. Questo significa che una volta terminata la fase di ripascimento, l’amministrazione contribuirà a mettere in atto politiche di sostegno e di agevolazioni alla creazione di nuove attività commerciali nella zona marittima».

«Oggi, però – continua il sindaco Laganà – ci chiediamo se tutto questo lavoro e questo impegno, servirà a qualcosa. Le ultime notizie sulla centrale a carbone della vicina Saline Joniche, gettano ombre sui futuri programmi di investimento e sulle capacità di autonomia di una città e di un comprensorio. Ancora una volta entriamo nel campo delle incertezze e delle illusioni. E sembra incredibile come la storia ci regali periodicamente e sistematicamente somiglianze strabilianti. E’ già avvenuto, mi riferisco alla vicenda Liquichimica, e tutto si è consumato, eppure in tanti hanno dimenticato. La Regione in primo luogo che mette la testa sotto la sabbia e in tanti anni non è riuscita a mettere su uno straccio di progetto per salvare questo luogo ed eliminare quell’ecomostro che è l’ex Liquichimica Biosintesi. E poi la Provincia che sempre più gioca con i soldi dei contribuenti: questa volta comprando un autentico giocattolo, costato 300.000 euro, facendolo apparire come la madre delle soluzioni ma che, stando ai si dice e ai primi risultati sul campo, risulta inadatto per svuotare almeno una parte della sabbia del porto, tant’è che già stanno pensando alle solite ruspe. Insomma si gioca una partita sulla pelle di noi tutti, facendo credere ai sogni che molto spesso, anche se costosi, svaniscono in una notte. All’incontro dei sindaci sulla centrale a carbone, che si terrà il prossimo sei luglio in Saline Joniche, porterò questi temi, ribadendo, come sempre, coerenza e determinazione a nome della mia città».

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Author: Cristina

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