Il CIS Calabria ha promosso “La carcerazione e la dignità del detenuto”

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Loreley Rosita Borruto, presidente del Centro Internazionale Scrittori della Calabria, nel Salone della Chiesa di San Giorgio al Corso di Reggio Calabria, ha promosso: “La carcerazione e la dignità del detenuto”. Relatore  il Dott. Pasquale Ippolito, Presidente Aggiunto della Corte di Cassazione – Magistrato – Scrittore.

La trattazione del tema è  iniziata con l’individuazione  del  significato di  “dignità umana”  intesa come diritto proprio di ogni essere umano ad essere rispettato, un diritto connaturato nell’esistenza  umana, le cui radici  risalgono all’ambito culturale dell’Occidente  cristiano –giudaico.

E’ seguito un breve excursus su quei pensatori che, dall’antichità sino  ad oggi,  hanno colto il ruolo centrale della  “dignità umana” e le cui opere  sono  state determinanti  per i profondi cambiamenti prodotti  in ambito  sociale  e giuridico. Tra i numerosi citati dal relatore, sono emersi in particolare: pensatori cristiani come S. Agostino d’Ippona e, tra i moderni,  Giovanni Pico della Mirandola  autore del De dignitate hominis , Pascal,  Rousseau  e, in particolare,  Kant  che meglio di ogni altro ha reso l’idea del concetto di “dignità della persona”.

Per il filosofo tedesco “l’umanità è essa stessa dignità”; “l’uomo considerato come persona è al di sopra di ogni prezzo”. La dignità dell’uomo, dunque, consiste in un “valore intrinseco assoluto” che impone a tutti gli altri esseri ragionevoli  il rispetto e ciò comporta il riconoscimento della dignità che è negli altri . Un secondo punto di riflessione è stato il riferimento al diritto alla vita , un  diritto naturale inteso  come diritto a vivere dignitosamente,  ma anche,  il diritto ad una giustizia giusta ove non sia presente  la pena di morte, così come  auspicato da Cesare Beccaria nell’opera  Dei delitti e delle pene. 

La dignità umana, riferisce  il Dott. Ippolito,  è un principio presente  nelle Carte dei diritti umani e, in particolare, nella  Dichiarazione universale dei diritti umani dell’ONU (1948) e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (approvata dal Parlamento europeo nel 2000 e ora riconosciuta dal Trattato di Lisbona del 2007 come avente lo stesso valore giuridico dei Trattati),  i cui principi  generali devono essere osservati dagli Stati membri  dell’Unione europea. Nel testo c’è un capitolo sulla  dignità umana  considerata come una categoria specifica comprendente un gruppo di diritti (quali il diritto alla vita, all’integrità personale, a non essere torturati o soggetti a trattamenti disumani o degradanti, a non essere ridotti in schiavitù o sottomessi a condizioni servili).

Dopo l’intermezzo di una video- proiezione curata dal Segretario del CIS Calabria, Stefano Fava, sull’esperienza positiva in un carcere italiano e completata da un’intervista ad un ufficiale  carcerario  sulla funzione di recupero del  detenuto, il  Dott. Ippolito ha  proseguito  con l’analisi  dello status delle carceri italiane  caratterizzato da situazioni  di  precarietà e di  sovraffollamento.

Da qui  la necessità di  ridare ai detenuti  quella dignità  ribadita non solo nella nostra Carta Costituzionale,  ma intesa come diritto inviolabile e intangibile  che  deve anche essere difeso dalle violazioni e preservato  insieme con  gli altri diritti conservati dal detenuto. In particolare:  il diritto  ad uno spazio vitale adeguato comprensivo dell’uso dei servizi indispensabili all’igiene personale e ambientale e il diritto alla salute. Ribadendo che il carcere non ha una funzione punitiva ma  di recupero e di rieducazione, il relatore ha individuato nel lavoro e, quindi, in un impegno produttivo, la possibilità di una vita dignitosa che impedisca il ripetersi di comportamenti delittuosi ed eviti gesti estremi come il suicidio  la cui incidenza, oggi, è più frequente.

L’interesse per la trattazione ha aperto  un ampio  e vivace dibattito tra il pubblico. Sono intervenuti:  la Dott.ssa Maria Grazia Grieco, giudice dei minori, il Vice-prefetto dott.ssa  Francesca Crea, il Prof. Paolo Arecchi, le Prof.sse: Natina Cristiano, Emilia Serranò,  Eleonora Triveri e  Antonietta  De Angelis. Da ultimo la Dott.ssa Maria Grazia Marrapodi e la  Sig.ra  Maria Rosa Catalano.

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Author: Cristina

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