Decreto Enti Locali, Ivan Tripodi : “Reggio Calabria affossata dal governo Renzi”

Partito Comunista d'Italia

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L’approvazione definitiva, da parte della Camera dei deputati, del decreto enti locali conferma inequivocabilmente e senza appello – afferma il Segretario cittadino del Partito Comunista d’Italia di Reggio Calabria, Ivan Tripodi–  il totale abbandono di Reggio deciso dal governo Renzi”.

“Nonostante le roboanti promesse assunte dal Presidente del Consiglio in persona, il governo ha sancito il definitivo affossamento della città.
Infatti, il decreto enti locali – continua Tripodi– non ha riconosciuto a Reggio neanche un euro, lo zero assoluto, mentre, contestualmente, ha previsto l’assegnazione di enormi finanziamenti per importi di decine e decine di milioni di euro a favore delle città metropolitane di Milano e Torino.

Pertanto, la giunta Falcomatà non è riuscita ad ottenere nessun concreto aiuto  finanziario per tentare di arginare il pesantissimo default delle casse comunali provocato dal nefasto decennio del “modello Reggio” di Scopelliti e della destra.

Questa vicenda evidenzia, oggettivamente, una preoccupante debolezza politica del sindaco e dell’amministrazione comunale che, al di là dei selfie con Renzi in persona, non sono riusciti a porre l’emergenza-Reggio al centro dell’agenda politica del governo.

Il sonoro schiaffo dato da Renzi alla città e ai reggini meriterebbe una forte presa di posizione pubblica per denunciare l’iniquo trattamento subito, invece, purtroppo, registriamo l’imbarazzato silenzio del Sindaco Falcomatà e dell’amministrazione comunale. A nostro avviso, la difesa della città non può essere subordinata alle ragioni o alle appartenenze di partito. Piegarsi a questa logica, oggettivamente perdente e inconcludente, rappresenta il peggior servizio per i cittadini.

La verità- conclude Ivan Tripodi–  è che i reggini, per precise colpe di Scopelliti  prima e di Renzi adesso, dovranno continuare a pagare  di tasca propria tasse e tributi salatissimi a  fronte di servizi decisamente insufficienti” .

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