Cittadini di Arghillà (RC): “Volevamo Arghillà pulita, non c’è rimasto che pulircela da soli”

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Riceviamo e pubblichiamo:

Nello scorso mese di  agosto avevamo inviato alle autorità una lettera in cui avevamo denunciato e mostrato il degrado igienico-ambientale in cui versava la località di Arghillà. Poiché a quella lettera non era seguito nessun intervento concreto ne ci era pervenuta nessuna risposta istituzionale di presa d’atto dei problemi abbiamo concluso che Arghillà per le autorità non esiste o se esiste è un ghetto dove relegare all’inciviltà e al degrado un intero quartiere.

Un quartiere che però non ci sta. Non ci sta a vivere nel degrado e nell’abbandono. Non ci sta a vedersi negati i servizi pubblici essenziali per i quali come tutti paga regolarmente le tasse (tasse che purtroppo, temiamo, siano servite per foraggiare prebende e disservizi non A SERVIRE i cittadini).

Per questi motivi nelle settimane scorse i cittadini abitanti, gli imprenditori e la comunità parrocchiale del quartiere hanno deciso di intervenire in prima persona. Sono così sorti dei gruppi spontanei che organizzandosi e coordinandosi tra di loro hanno deciso di combattere il degrado ambientale e igienico in cui veniva lasciata Arghillà. Sono stati raccolti così fondi per circa 500 euro e con questi 500 euro si sta ripulendo un intero quartiere. Sono state ripristinate al loro funzionamento le cunette e gli scoli dell’acqua piovana.

Sono state tagliate le erbacce ai bordi e dentro le strade (ricordiamo che l’ultimo intervento a nostra memoria risale a più di 18 mesi fa). Sono state ripristinate le condizioni minime di civiltà, hanno convinto le persone che i marciapiedi esistono erano solo coperti, questo è il frutto di un quartiere abbandonato dall’autorità. Un quartiere che conosce le proprie potenzialità e dove i cittadini sanno che il progresso e il buon vivere civile partono proprio da strade pulite e da una manutenzione ordinaria regolare ed efficiente. Questi cittadini sono pure coscienti che non possono sostituirsi all’autorità non gli spetta (anzi gli spetterebbe di essere serviti da queste autorità) ma hanno voluto dare un segno tangibile e reale che va oltre le sterili denunce (che pure sono necessarie e benemerite in queste situazioni) hanno voluto dare un segno preciso ai gestori della cosa pubblica che in primo luogo sono responsabili della cattiva amministrazione ed hanno voluto ricordare ai burocrati e alla burocrazia della città quanto essi siano meschini. Si perché se per i politici alle prossime elezioni una sanzione o un cartellino rosso potranno darlo, non così è per l’apparato burocratico che si crogiola al sole nel degrado morale perché facilmente potranno sempre dire è colpa dei politici che non hanno organizzato bene, del bilancio che è sempre in deficit, del ministero che non fa questo, di Roma che non manda quest’altro.

Bene con il nostro gesto, che ripetiamo è costato meno di 500 euro, abbiamo voluto dimostrare che queste sono tutte scuse di politici e burocrati che non aspettano altro che il 27 del mese (e che non hanno nemmeno la decenza di fare il minimo indispensabile vista la loro fortuna in una regione con la disoccupazione giovanile quasi al 50 %). Abbiamo voluto dimostrare che Arghillà per l’amministrazione comunale è un ghetto che merita di vivere cosi e poco importa se nel ghetto vivono famiglie onestissime, imprenditori e gente che cerca con il proprio lavoro e la propria buona volontà di costruire solo un futuro migliore, per tutti.

Politici e burocrati tengano presente tutto ciò che è stato è e sarà…

Domenico Surace

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