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Il prossimo 2 luglio alle ore 19.30 sarà discusso, a Gioia Tauro presso la Terrazza di Palazzo Baldari, il romanzo de “Il Cacciatore di Meduse” di Ruggero Pegna.
L’evento promosso dall’Associazione Culturale Kairos sarà coordinato dalle professoresse Antonella Belfiore e Milena Marvasi Panunzio, presidente dell’Associazione.
Il 14 luglio alle ore 17.30, “Il cacciatore di meduse” arriverà al Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi” di Reggio Calabria. L’incontro sarà coordinato dalla giornalista Elmar Elisabetta Marcianò. Interverranno, oltre all’autore, Edoardo Lamberti-Castronuovo, assessore per le Politiche Culturali della Provincia, Patrizia Nardi, assessore comunale alla Cultura, Vincenzo Maria Romeo, docente di psicologia sociale presso l’ Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria.
L’incontro reggino assume un significato particolare, in quanto la città dello stretto e la sua provincia sono spesso al centro di cronache di sbarchi e, nei giorni scorsi, anche della sepoltura nel piccolo cimitero di Armo di 45 migranti annegati nel canale di Sicilia, dopo il naufragio del loro barcone.
Ed è proprio il racconto del viaggio, prima nel deserto, poi nel Mediterraneo, da Zuara a Lampedusa, una delle parti del libro più drammatiche e toccanti.
Il parere di docenti e studenti che lo hanno letto in questi pochi mesi dalla pubblicazione concorda con quello di critica e lettori: “Un libro struggente e attuale. Una fiaba contemporanea.”. “La storia di Tajil, un bambino somalo sbarcato a Lampedusa con la sua mamma e un Pinocchio di legno, colpisce per l’intensità della narrazione, la concretezza delle storie, l’incanto dei luoghi.”. “Il cacciatore di meduse con le sue principesse del mare, delicate ed eteree, ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e la ricchezza della contaminazione tra diverse culture, affascinando anche i lettori più giovani. Una storia dei nostri giorni, tra fiaba e realtà, che appartiene a tutti noi. Un vero romanzo di formazione.”.
“Nessuno ha scelto di nascere – afferma Pegna – né dove, né con quale colore della pelle. Ognuno ha diritto a sperare in una vita migliore, nella pace e nel rispetto della stessa dignità umana.”.
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