Rossano, nota del Co.ri.c.e.r.

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Ormai è diventata una consuetudine.

A intervalli più o meno regolari esce qualche fantomatica associazione che mostra la propria contrarietà alla riconversione della centrale Termoelettrica ENEL di Rossano.
Ultimi, in ordine di tempo, i giovani di Confagricoltura che disquisiscono sui presunti danni che la centrale produrrebbe all’agricoltura ed all’ambiente.
Parlano di emissioni in atmosfera, di polveri, di sostanze radioattive e di altre amenità del genere senza però specificare sulla base di quali studi e di quali esperienze traggono le loro conclusioni.
I giovani di Confagricoltura, per bocca della loro portavoce Gabriella Martilotti, parlano anche di occupati in agricoltura che sono oltre 140.000 distribuiti in 32.000 aziende, che avrebbero ricadute negative dalla riconversione della centrale ENEL.
Da parte nostra riteniamo che le moderne tecnologie siano ampiamente compatibili con l’ambiente e l’agricoltura e lo ripeteremo fino a quando qualcuno non ci dimostrerà che siamo in errore e che gli esempi di Civitavecchia in Italia, Colonia e Copenaghen in Europa non sono concreti.
È risaputo, infatti, che nei territori sopra menzionati si producono ortaggi di primissima qualità nonostante la presenza delle moderne centrali a carbone.
La presidentessa dei giovani di Confagricoltura dice di non essere prevenuta e di non avere idee preconcette.
Se è davvero così, perché non ci accompagna a vedere cosa succede a Civitavecchia dove una moderna centrale a carbone funziona ormai da tempo senza ricadute negative sul territorio?
Ricordiamo alla signora Martilotti che non più tardi di un anno fa alcuni operatori dell’informazione sono stati invitati proprio nel sito dell’alto Lazio per vedere con i propri occhi come funziona una moderna centrale a carbone.
Al ritorno in Calabria, ognuno ha farro il proprio servizio su quello che ha visto e toccato con mano.
Articoli su tutti i giornali locali e sulla Tele Libera che sancivano la perfetta compatibilità tra la centrale in produzione e l’ambiente circostante.
Cosa hanno risposto i signori del “no” alla riconversione offendendo la professionalità e l’onorabilità dei giornalisti? “Chi ha scritto che l’ENEL non produce danni al territorio è un venduto”. Questo è il modo di ragionare di chi vuole difendere l’interesse dei ricchi proprietari terrieri che con la disoccupazione dilagante riescono ancora a prendere per fame i poveri padri di famiglia e gli immigrati.
Noi ci batteremo fino in fondo per favorire il lavoro e con esso lo sviluppo e l’occupazione.
Lotteremo con le unghie e con i denti per avere la possibilità di restare nella nostra terra e di viverci con la dignità che il lavoro produce.
Un’ultima ma importante valutazione.
Quelli che parlano e disquisiscono sul no alla riconversione dichiarano di parlare a nome del territorio e di decine di migliaia di cittadini.
Dov’erano queste migliaia di persone il 29 ottobre scorso quando qualcuno si è inventato di celebrare la giornata del “no” al carbone?
Alla manifestazione di Rossano c’erano solo 25 persone, compreso gli operatori dell’informazione ed il personale di servizio alla sala.

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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