Avv. Falsetta al giornalista Clausi: è mera utopia scorgere ancora oggi la coscienza etica nel giornalismo?

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Massimo Clausi

Tempo fa, nel suo libro “LE NAVI DEI VELENI”, che mi donò nel corso di un convegno al quale lo invitai ad intervenire in qualità di scrittore,  scrisse questa dedica: “A Filomena, che non perde mai la voglia di combattere”.
Ebbene, pensai subito ad un elogio, o meglio, ad una esortazione a proseguire incessante nel mio lavoro al servizio del bene comune. Mi sbagliavo.

Mai avrei pensato di ritrovarmi a dover lottare ogni giorno contro i suoi soprusi, che si manifestano nelle ripetute omissioni della pubblicazione dei miei articoli (che custodisco gelosamente e che un giorno impaginerò in un libro) che non hanno altro scopo se non quello di iniettare nella percezione della gente il triste contesto sociale in cui viviamo.
Il mio riferimento è al giornalista del Quotidiano della Calabria, nonché attuale responsabile della cronaca di Cosenza, Massimo Clausi.

Al medesimo chiedevo spiegazioni sull’omessa pubblicazione dell’articolo relativo al convegno promosso dall’Unione Avvocati Cosenza ed incentrato sulla presentazione del libro “L’UTOPIA DELL’UMMITA”, trascritto dal Generale dei Carabinieri Antonio Pappalardo e svoltosi il 14 dicembre scorso presso il Palazzo di Giustizia di Cosenza.

Ebbene, Clausi mi rispose con le seguenti testuali parole: “motivi di spazio e rilevanza della notizia”, con le quali lasciava manifestamente intendere che il libro del Gen. Pappalardo, la cui linfa del linguaggio è nel fervente desiderio di una società aperta, che ponga al centro l’uomo nella sua dignità e inviolabilità, non avesse alcun significato moralmente e giuridicamente rilevante.

Di fronte a tale accaduto, che reputo particolarmente grave, rimpiango l’età dell’oro di quello che era il vero giornalismo, improntato ad una forte tensione morale, perchè fatto da chi tentava di capire cosa sta accadendo nel mondo, scrivendolo audacemente, e “rabbrividendo al solo pensiero di dover sottostare a regole di mercato e politica ingombranti ed imbarazzanti”.

Quello del giornalista è un compito fondamentale per la vita della democrazia, il compito di chi deve scandagliare i mutamenti reali della società, e che si risolve in uno straordinario dovere di trasparenza e di chiarezza, che, se civilmente adempiuto, consentirebbe di spiegare la realtà senza veli, facendo così rivivere il più alto giornalismo.

Caro Clausi, ciò che oggi non c’è più è la coscienza etica, la cui assenza trapela innanzitutto dal linguaggio usato (motivi di spazio, rilevanza della notizia …) senza la quale un giornalista non potrà mai essere incline alla ricerca la verità.

Avv. Filomena Falsetta
(Presidente UAC)

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Author: Consuelo

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