Processo “Nuovo Potere”, tutto da rifare

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Nuovo processo d’appello per le cosche di Roghudi e Roccaforte del Greco

Il procedimento “Nuovo potere”, conclusosi in primo grado con condanne pesantissime, è tutto da rifare.

La Corte di Cassazione ha accolto parzialmente le richieste della procura generale e delle difese sulle posizioni dei propri assistiti rinviando gli atti a Reggio Calabria per un nuovo giudizio.

Si salva ancora una volta dai rilievi mossi dai pm, Vincenzo Gullì, condannato in primo grado a 12 anni per tentato omicidio e associazione a delinquere di stampo mafioso e assolto con formula piena, quindi assolto in secondo grado – per il quale i giudici di Cassazione hanno rigettato il ricorso per quattro capi di imputazione, mentre sono stati respinti i rilievi della pubblica accusa relativi al capo d’imputazione che contestava l’appartenenza all’associazione mafiosa per Natale Tripodi, Arnaldo Proscenio e Carmelo Rocco Iaria.

Rimane dunque ancora da definire l’esito ultimo dell’inchiesta diretta dal sostituto della Dda di Reggio Calabria Antonio De Bernardo, che nel 2010 aveva permesso di fare luce sugli assetti delle cosche Zavettieri e Pangallo-Maesano-Favasuli all’indomani della sanguinosa faida che le ha viste contrapporsi agli inizi degli anni ’90.

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