Saletta e Papalia al PD: “Chi di spada ferisce, di spada perisce”

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giuseppe saletta

Di seguito, la nota diffusa dall’avv. Giuseppe Saletta, Capogruppo “Lista Scopelliti Presidente” della Provincia di Reggio Calabria, e dal dott. Antonio Papalia, Responsabile Provinciale Giovani della “Lista Scopelliti Presidente” di Reggio Calabria:

Le ultime settimane di dibattito politico si sono accentrate su due tematiche: il futuro del partito del Popolo della Libertà e l’indagine della Procura della Repubblica nei confronti dell’ex assessore regionale al bilancio Demetrio Naccari Carlizzi.

La presa di posizione del Governatore della Calabria On. Giuseppe Scopelliti sulle prospettive future del PDL pone la necessità di alcune brevi considerazioni.

Riteniamo che il Presidente della Regione abbia saputo interpretare magistralmente le sensazioni che si colgono nell’elettorato moderato tutto. La non esaltante avventura di governo dei tecnici guidati da Mario Monti ha riconsegnato alla comunità italiana, e quindi anche a quella calabrese, la convinzione che occorra – nella gestione della cosa pubblica – non solo il rigore matematico di bilancio, ma anche il buon senso e l’intima vicinanza alle esigenze della gente.

Certo non possiamo dimenticare gli eventi che hanno portato alla nascita del Governo tecnico, così come non possiamo trascurare l’esistenza di alcune problematiche che hanno travagliato l’esistenza del Popolo della Libertà.

È per questo che condividiamo l’intervento di Scopelliti, allorquando esorta il partito a recuperare il legame tra cittadini e politica, anche mediante passaggi più o meno dolorosi. Oggi lanciamo il grido d’allarme, nella convinzione che solo un autentico ricambio generazionale possa ridare linfa vitale a quella che sino a pochi anni fa era la prima forza politica italiana.

Tale ricambio passa, necessariamente, da scelte autenticamente democratiche che portino a Montecitorio e Palazzo Madama rappresentanti dotati di senso di appartenenza ed identità.

È in questo solco che, ancora una volta, rivendichiamo la lungimiranza del Governatore e dei suoi fedelissimi, pronti nel 2010 a costituire la “Lista Scopelliti Presidente”. Una Lista, si badi bene, che lungi dall’essere un mero cartello elettorale, si prodigava – così come fa tutt’oggi – a ricontrattare i rapporti tra governanti e governati, formando prima e scegliendo poi una classe dirigente non imposta dall’alto, ma nata sul territorio.

Questa convinzione è confortata dai risultati, che da una parte hanno contribuito alla vittoria del ticket moderato di centrodestra (unitamente al PDL ed all’UDC) e dall’altra hanno entusiasmato i cittadini, riavvicinandoli alla Politica del fare.

Tale fenomeno assume una rilevanza ancor più straordinaria, se si pensa – analizzando le ultime consultazioni amministrative – ai non-sorprendenti risultati del Movimento 5 Stelle. Del resto, cosa si aspettavano i partiti tradizionali (in particolar modo a sinistra), tutti affaccendati nelle diatribe interne nel mentre un popolo ormai inascoltato chiedeva concretezza?

La ricetta del Governatore è ormai un modello, da esportare oltre il Pollino e sino a Roma.

Per quanto attiene, in secondo luogo, alla vicenda che ha coinvolto l’avv. Demetrio Naccari Carlizzi, occorre anzitutto richiamare i principi del garantismo e della presunzione d’innocenza, che da sempre ci contraddistinguono.

Certo desta stupore leggere che il moralizzatore Naccari Carlizzi, impegnato da anni – insieme a molti suoi “compagni”, vicini e lontani – nell’attacco aprioristico e personale all’On. Scopelliti, è accusato di reati gravi quali concussione, corruzione e falso ideologico.

Si rimane basiti, peraltro, guardando alla reazione del PD reggino che in maniera tragicomica agita lo spettro della macchina del fango “calunniatrice, diffamatoria […] manipolatoria” (sic!), appena prima che a Naccari fosse notificato l’avviso di garanzia.

Facendo ricorso alla tradizione popolare, sembra il caso di dire: “chi di spada ferisce, di spada perisce”.

Senza entrare nel merito della questione, la cui competenza spetta non a noi ma bensì all’Autorità Giudiziaria, è pur vero che un dato politico emerge in modo netto.

La politica della sinistra, sempre distruttiva e mai propositiva, sempre accusatrice e mai silente, sempre più snob e radical chic e sempre meno vicina ai bisogni della gente, oggi arriva al capolinea.

Cosa si inventeranno ora? Per non scadere nel ridicolo, il PD dovrà necessariamente abbandonare l’attacco metodico e sistematico tout court: ma dovrà soprattutto relegare al passato il presuntuoso manto di verginità che ci viene propinato a piè sospinto in ogni occasione.

Si occupi, il PD, di fare opposizione: ruolo certamente più confacente a chi non può – e non sa – governare.

I pedanti moralizzatori del PD abbiano maggiore rispetto per le scelte democratiche dei cittadini e, anche solo ogni tanto, abbiano la compiacenza di rimanere in meditato silenzio.

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Author: Cristina

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