Montebello Jonico (RC), arrestato 29enne per tentato omicidio

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Alle prime ore del mattino di oggi, 10 novembre 2012, in Montebello Ionico (RC), frazione Fossato, i Carabinieri hanno tratto in arresto ALAMPI Giuseppe, fossatese ventinovenne disoccupato, in esecuzione ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 09 c.m. dal Tribunale – Sezione Gip/Gup di Reggio Calabria, per tentato omicidio, ricettazione, porto e detenzione illegale di arma clandestina in concorso.

Le attività d’indagine, sotto la direzione del Sostituto Procuratore STILLA Francesca della Procura presso il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria e il Sostituto Procuratore MICELI Luca della Procura Ordinaria, hanno consentito di far luce sul proposito omicidiario premeditato dall’ALAMPI nei confronti di BORRELLO Francesco cl. 1958, già in altre occasioni coinvolto in episodi di sangue.

L’indagine ha preso le mosse lo scorso 10 ottobre, allorquando i Carabinieri rinvenivano una carabina, con matricola abrasa, occultata sulla spiaggia di Melito di Porto Salvo, nei pressi della barca del BORRELLO proprio mentre quest’ultimo era fuori per una battuta di pesca.

L’attenzione degli investigatori si concentrava sulla figura del BORRELLO, soggetto già noto alle cronache locali, poiché in passato, vittima di svariati atti violenti ed intimidatori diretti alla sua persona. Si ricorda, innanzitutto, la sparatoria avvenuta nell’aprile 2004 sul Corso Garibaldi di Melito di Porto Salvo, in cui persero la vita VERDERAME Giulio e ZAMPAGLIONE Santo Carmelo – quest’ultimo parente dell’ALAMPI – ove rimasero feriti lo stesso BORRELLO Francesco e FOTI Paolo, entrambi tratti in arresto.

Non va dimenticato l’ultimo degli episodi di violenza, peraltro tristemente commentato dalle cronache nazionali, risalente al 06 giugno 2008, data in cui il BORRELLO rimaneva vittima di un agguato avvenuto sul lungomare di Melito di Porto Salvo, mediante l’esplosione al suo indirizzo di più colpi d’arma da fuoco, uno dei quali, durante una recita scolastica, feriva gravemente il minore L.A., bimbo di soli 5, vicenda conclusasi successivamente con l’arrestato di FOTI Leonardo e FOTI Antonino, mandanti del tentato omicidio, attualmente detenuti.

Avuti bene a mente tali presupposti, i Carabinieri hanno ripercorso le varie fasi dell’attuale vicenda, risalendo all’identificazione del minore A.D., di 15 anni, traendolo in arresto lo scorso 16 ottobre, con l’accusa di aver posizionato il fucile nel punto in cui sarebbe poi stato rinvenuto dagli stessi militari e di avere, pertanto, svolto il ruolo di esecutore materiale della prima fase del progetto criminale ideato dall’ALAMPI.

Le indagini, non fermandosi a tale assunto, proseguivano al fine di risalire all’ideatore del piano che veniva, da lì a pochi giorni, identificato in ALAMPI Giuseppe, ancora inchiodato alle accuse dal rinvenimento, presso la sua abitazione, di una parte della tuta impiegata per avvolgere l’arma e occultarla in spiaggia.

Le specifiche modalità e circostanze del fatto, ed in particolare la premeditata acquisizione di una micidiale arma clandestina (che fanno ritenere che gli indagati siano inseriti in contesti criminali di ampio spessore e che le rispettive condotte non rappresentino il frutto di una risoluzione estemporanea ma, piuttosto, la messa in opera di un piano ben determinato), l’accurata programmazione dell’azione delittuosa, con lo spostamento finale della carabina nel luogo prescelto per l’uccisione del BORRELLO, la permanenza del movente posto a base delle condotte dell’indagato, la freddezza e la programmazione che ne hanno caratterizzato la fase esecutiva, l’assoluta futilità dei motivi a delinquere (nel tentativo di portare a termine una vendetta per compiere la quale non si è esitato a coinvolgere un minore di appena 15 anni) connotano questa triste vicenda di odio e di sangue che, ormai da quasi un decennio, continua a covare rancore e serbare inimicizie, capitolo questo stroncato sul nascere dagli inquirenti.

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