Virginia Iacopino su Referendum costituzionale

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La Costituzione della Repubblica Democratica Italiana, in vigore dal 1948, ha le sue radici nei principi che guidarono la resistenza partigiana duramente pagata con morti non solo in combattimento. L’eccidio di Marzabotto dimostra l’immagine bestiale del fascismo. Un intero paese fu immolato sull’altare dell’odio della barbarie, non si risparmiarono nemmeno donne, vecchi ammalati e bambini.

L’art.1 della Costituzione Italiana dice: l’Italia è una Repubblica democratica“. Al comma 2 precisa: la sovranità appartiene al popolo che la esercita nella forma e nei limiti della Costituzione che, per modificarla, non si devono stravolgere alcuni punti dell’art.138. Per la revisione si impone ai parlamentari di approvare gli articoli da modificare con maggioranza assoluta di ciascuna camera. Queste modifiche saranno sottoposte al Referendum Popolare se entro tre mesi dalla loro pubblicazione ne fanno richiesta o un quinto di una Camera, oppure 5 Consigli Regionali oppure 50mila elettori. La riforma Renzi, battezzata “Deforma” perché ritenuta attentato alla libertà Repubblicana potrebbe consentire alla forza politica di maggioranza relativa di occupare con appena un terzo dei voti, ed anche meno, il Parlamento, la Corte Costituzionale, La Presidenza della Repubblica. Non mancheranno violenti scontri tra le varie partitocrazie che tenderanno a ricattarsi vicendevolmente, a sostituirsi al Parlamento sconvolgendo la vita politica per metterla al servizio della grande industria privata, della ricca borghesia, della salvezza di Banche truffatrici ecc. Regalerà a 95 Sindaci e Consiglieri Regionali l’immunità parlamentare sottraendoli, eventualmente, alle patrie galere. Al Governo eletto dalla sovranità del popolo si potrebbe facilmente sostituire un governo di privilegiati che potrebbero mettere in silenzio democratiche forme associative che, con coraggio, denunciano scandali contro il proliferare di intrecci tra affari pubblici e privati e corruzione.

SE VINCERA’ IL NO il futuro democratico avrà una boccata d’ossigeno. La precedente legge anticostituzionale “Porcellum” ha spalancato la porta all’Italicum che stabilisce che le liste elettorali abbiano un “capolista bloccato”, imposto dal partito, a cui va il voto anche se l’elettore non vorrebbe eleggerlo. Due terzi, percentuale elevatissima, avranno la certezza d’essere eletti prima che gli elettori si recheranno alle urne; inoltre i capolista hanno la possibilità di candidarsi in 10 Collegi. De Gasperi, acerrimo nemico dei socialcomunisti, appoggiato dal Vaticano, con la sua legge truffa corresse il sistema proporzionale assegnando un premio di maggioranza alla coalizione che raggiungeva il 50/100 +1 dei voti. Al gioco d’astuzia di De Gasperi il responso delle urne non corrispose all’oracolo della sua veggente Sibilla che lo tradì facendogli perdere le elezioni. La Democrazia Cristiana benedetta dal Papa non raggiunse il premio di maggioranza “acqua santissima” non fu sufficiente. Depresso e deluso, si ritirò dalla politica ma non perse mai il vizio di infarinarsi bene al suo cristiano mulino che continua a venerarlo come servo di Dio inviato dalla Provvidenza per combattere i miscredenti.E’ in corso la causa della sua santificazione. Chissà quanti miracoli, per sua intercessione, continuerà a fare! Egli non ha mai messo in discussione l’appartenenza del Tirolo all’Impero Austro-Ungarico. Nel 1922 votò la fiducia al governo Mussolini, nel 1933 appoggiò la chiesa tedesca in opposizione ai socialcomunisti. Nel 1947 ottenne dagli Stati Uniti un prestito di 100 milioni di dollari con il segreto accordo di ostacolare l’entrata nel Governo alla Sinistra. Pertini lo contrastò, fu tra i più valorosi e tenaci oppositori della legge truffa, si dichiarò contrario all’adesione italiana al Patto Atlantico ritenendolo strumento di guerra in funzione antisovietica nell’intento di dividere l’Europa influenzando anche la politica interna con conseguenze negative sulla classe operaia. Raccomandava i suoi fedeli per essere assunti in posti di comando: De Gasperi si convinse che non necessitava la violenza fascista per fermare la forza della sinistra che si poteva combattere nel Parlamento e tenere a bada gli irriducibili atei socialcomunisti molti dei quali Mussolini li aveva confinati nel carcere duro di Ventotene.

Renzi quando improvvisamente si è risvegliato dal tintinnio di manette con oltre 51 dirigenti e amministratori del suo partito arrestati o sotto inchiesta per reati gravissimi si fa scudo del garantismo per nascondere il fallimento della rottamazione. Emerge un sistema di scambio tra posti di lavoro e voti che, per spregiudicatezza, fa impallidire le peggiori trame della Prima Repubblica (Panorama 13 aprile 2016)Renzi con la sua “deforma” supera la legge truffa Degasperiana.Desidera traghettare sulla sua zattera il popolo italiano alla sponda Post-democratica. In questo suo disegno lo potrà favorire la forte astensione elettorale di quanti non andranno a votare disgustati dai politicanti. Se gli italiani non coglieranno l’opportunità di andare a votare NO non si potranno risolvere i conflitti di interesse e corruzione e ci si può aspettare solo declino, declino della democrazia. Il Premier ha manifestato tutto il suo entusiasmo per il Ttip, patto transatlantico di libero scambio che mette nelle mani delle multinazionali tutto il nostro futuro. Il principio dell’uguaglianza del voto (art.48) andrà a farsi fottere. Non è vero che con la riforma si elimina il doppione delle due Camere e si riducono i costi della politica. Si darà al Senato, composto anche dai Consiglieri Regionali un enorme potere che affosserà l’art.70 della Costituzione che regola democraticamente la formazione delle leggi per sostituirlo con quello modificato di cui autorevoli giuristi e costituzionalisti affermano la sua pasticciata macedonia di cui non si capisce niente anche dal punto di vista grammaticale. Indirettamente si vuole modificare la forma di governo per dare la svolta ad una Repubblica presidenziale autoritaria priva di pesi e contrappesi, freni necessari affinché non ci sia un solo uomo al comando che potrà non conoscere limiti. Non bisogna ritenere il referendum come mossa politica contro Renzi per obbligarlo a farlo uscire dal palcoscenico politico in cui è entrato senza essere eletto dal popolo, questo è un problema interno, invece è interesse nazionale quello di salvaguardare la Democrazia Parlamentare.

Si dovrebbe abolire l’immunità parlamentare prevista ai comma 2 e 3 dell’art.68 perché oggi da efficace stimolo a ruberie e corruzione. L’immunità è diventata uno scudo più potente di quello di Achille debole nel tallone.L’art.68 contrasta con l’art.3 della stessa Costituzione in cui si afferma che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Per lo stesso reato si dovrebbe prevedere una pena maggiore per chi ci rappresenta.
La crisi economica-finanziaria italiana è più grave degli altri paesi in cui si intravede una crescita anche se non ancora rapida. Sarebbe opportuno in questa situazione che il ricchissimo Vaticano rinunciasse ai cospicui benefici che stabiliscono un finanziamento statale con una forte percentuale del gettito totale dell’Irpef nazionale oltre ad altri emolumenti. La rivoluzione del Cristo Nazareno chiedeva alla Chiesa primitiva di farsi pescatore di anime e non costruttore di immensi imperi come oggi è la Chiesa Papalina. L’art.33 della Costituzione Italiana dice: Enti privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione senza oneri per lo Stato: di fatto ciò non avviene. Si viola continuamente questo articolo, si trovano scappatoie e nuove leggi che aggirano tale principio continuando a devolvere miliardi a scuole private e religiose mentre la scuola statale va a pezzi non solo nei suoi edifici ma è anche carente di fondi al punto tale da non possedere denaro per l’acquisto di carta igienica.

Virginia Iacopino

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