MpA Cosenza: “Nord Calabria, deserto dei tartari, secessione o rivolta”

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L’alto Tirreno e l’alto Jonio non hanno molta libertà di scelta, di fatto sono stati secessionati e per evitare che i relativi territori diventino il deserto dei tartari di Buzzatiniana memoria, non rimane che abituarsi all’idea, almeno temporanea, di una inevitabile migrazione versola Basilicata.

Dopo la chiusura degli ospedali di Praia a Mare, San Marco Argentano, Cariati, Trebisacce e l’assoluta mancanza di ogni minima forma di assistenza, l’ultima bordata viene dalla chiusura delle sezioni staccate dei Tribunali di Scalea e Rossano.

Scopelliti da una parte e Monti dall’altra hanno messo in atto vere e proprie campagne di desertificazione delle vaste aree: Servizi sanitari eliminati, attività giudiziaria soppressa, trasporti ferroviari inesistenti, mobilità urbana notevolmente ridimensionata, plessi scolastici e uffici postali ridotti.  

Entrambe le zone stentano a far decollare l’unica vera grande potenziale industria, il turismo; il caos dei pochi giorni d’agosto non può essere considerato tale.

Tante le promesse di grandi opere viarie ed infrastrutturali che continuano ad infrangersi contro gli scogli dell’incapacità politica, appiattita da una improduttiva azione volta a gratificare singoli localismi a fini prettamente elettoralistici, le polemiche sul mare sporco lo dimostrano.

Per territori nati poveri e mantenuti tali, sanità, giustizia, viabilità, comunicazioni, costituiscono elementi determinanti per trasformare terre abbandonate in centri urbani e quindi in occasioni di lavoro, al contrario la loro soppressione ne causa spopolamento e desertificazione ed è ciò che sta avvenendo ed avverrà sempre più non solo nei tanti comuni montani e collinari ma anche in quelli costieri dei due mari.

Eppure le peculiarità del vasto territorio dicono altro, anche razionalmente è assai difficile comprendere l’atteggiamento di vero e proprio rigetto da parte delle istituzioni regionali e governative verso il nord della Calabria, a meno che non ci sia dell’altro: una precisa volontà di voler dividere e quindi indebolire la provincia di Cosenza.

Diversamente non esiste giustificazione alcuna alle scelte fino ad ora operate a danno di tali territori.

Tra il deserto e la secessione rimane un’unica alternativa, la rivolta democratica, ma questa possono attuarla solo i cittadini tutti, sempre che ci sia la volontà e l’orgoglio di uomini liberi.

 

Noi ci battiamo per questo.

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Author: Cristina

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