ALI sulla decisione della Consulta su Fondazione Campanella

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Dopo aver letto, in tempo reale, la sentenza n. 214 del 30 luglio della Consulta abbiamo deciso di riflettere a “cuore caldo” su una vicenda che il nostro Movimento politico apartitico Area Liberale Italia segue da tempo.  Piu’ volte abbiamo denunciato l’inadeguatezza legislativa della Regione in riferimento al controllo della Consulta. Piu’ volte abbiamo proposto la formazione di un pool di esperti, che siano disposti a contribuire a titolo gratuito, che sottoponga ad uno “stress test costituzionale”  le leggi regionali . Cio’, a nostro avviso, porrebbe un freno alle ripetute bocciature che la Consulta ha inflitto alla nostra regione. Cio’ che, per l’ennesima volta, siamo costretti a registrare e’ la fondatezza della “bocciatura” a fronte di un continuo errore in cui incorre il legislatore regionale che “vara” le norme senza prevedere l’indispensabile legge di spesa. Ritengo utile evidenziare alcuni passaggi chiave della ineccepibile decisione.

La Corte, nella decisione in commento, ha evidenziato il parametro fondamentale di valutazione che e’ quello di stabilire se le leggi impugnate comportino una spesa pubblica; se essa sia nuova, ovvero maggiore, rispetto a quella prevista dalla previgente normativa sostanziale; se siano stati indicati idonei mezzi per farvi fronte. Le leggi regionali sulla Fondazione Campanella, per come sentenziato, non è dubbio che siano generatrici di spesa pubblica. Infatti la Fondazione, una volta conseguito il riconoscimento come ente pubblico, non poteva operare se non con l’apporto economico che le doveva derivare dalla Regione Calabria. La bocciatura e’ senza appello di “riparazione” quando la Corte Costituzionale chiarisce che  le norme impugnate sono prive dell’indicazione dei mezzi per far fronte alle spese che esse introducono. Si tratta di un obbligo costituzionale al quale il legislatore, quand’anche regionale non può sottrarsi, ogni qual volta esso preveda attività che non possano realizzarsi se non per mezzo di una spesa, e quest’ultima possa, e debba, venire quantificata secondo una stima effettuata «in modo credibile» . Insomma nessuna previsione di spesa credibile e il risultato era evidente non solo per gli appassionati o i cultori di Diritto Costituzionale: “cronaca di una morte annunciata”! Per non parlare, poi, del rapporto di lavoro a “tempo determinato” con i lavoratori e della violazione del precetto costituzionale, attuazione concreta del principio di meritocrazia, che ogni assunzione pubblica deve essere preceduta da un regolare concorso. Invece si e’ proceduto a sperperare denaro pubblico, ora anche in violazione del Piano Sanitario di rientro, per assunzioni a “chiamata diretta” favorendo il sistema clientelare partitocratico. Per le regione calabria, per il suo legislatore, e’ arrivato il momento di “mettersi a studiare concretamente” per evitare continue “bocciature” che riverberano, poi, effetti pregiudizievoli sulla “pelle” degli incolpevoli lavoratori e dei pazienti che meritano rispetto e una maggiore tutela.
Luigi Ciambrone
Presidente Nazionale ALI

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Author: Cristina

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