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Denunciati costi, impatti ambientali e procedure forzate!
“Non è solo un’opera inutile e antieconomica, ma anche devastante per l’ambiente”. È questo il giudizio netto emerso dal convegno promosso dalle associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF Italia, insieme al Movimento No Ponte Calabria, che si è tenuto a Villa San Giovanni sul tema: “Una questione di buon senso. Il Ponte sullo Stretto di Messina tra un interesse nazionale presunto, impatti ambientali certi e conti che non tornano”.
Al dibattito sono intervenuti Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, e Pasquale Tridico, capo delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo.
Bonelli: “14 miliardi per un’opera senza prove di fattibilità”
Bonelli ha accusato il governo di “sabotare le leggi dello Stato” pur di portare avanti la costruzione del Ponte. “Non c’è alcun organismo tecnico che abbia certificato la fattibilità di una campata unica, eppure si va avanti forzando ogni procedura. Parlano di Valutazione di Impatto Ambientale, ma non ne hanno verificato stabilità o progettualità. Spendono 14 miliardi mentre in Sicilia e Calabria mancano infrastrutture di base, scuole e una sanità degna”, ha dichiarato il parlamentare.
Ha poi criticato direttamente il ministro Salvini: “Sono ingannatori seriali. Promettono tutto, ma sottraggono risorse dove servono davvero”.
Tridico: “Opera ad alto rischio espropri e abusi”
Sulla stessa linea l’economista Pasquale Tridico: “Le attuali tecnologie consentirebbero solo un ponte stradale, non ferroviario. E anche così, sarebbe un’opera invasiva, che costringerebbe migliaia di persone a lasciare le proprie case per far posto agli espropri. Si tratta di un progetto che può generare illegalità e favorire affari illeciti, mentre sottrae fondi a priorità fondamentali per il Sud”.
Tridico ha evidenziato come le motivazioni politiche prevalgano su quelle tecniche, a discapito di una visione sostenibile e condivisa dello sviluppo del Mezzogiorno.
Le associazioni: “Questione di buon senso”
Le associazioni promotrici del convegno ribadiscono il loro no all’opera, sottolineando come l’impatto ambientale sarebbe disastroso: alterazione degli ecosistemi, rischio idrogeologico e consumo di suolo irreversibile in un’area già fragile dal punto di vista naturalistico e urbanistico.
“Serve una politica dei trasporti intelligente e sostenibile – sottolineano i rappresentanti ambientalisti – non un colosso di cemento che prosciuga risorse e devasta il territorio”.
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