Palmi, Liceo Classico arriva terzo nel primo Certamen di greco

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C’è ancora chi crede che la voce degli antichi possa trasmettere grandi virtù alle nuove generazioni. Questo compito è sentito come missione dai docenti tutti, in particolare da chi insegna al Liceo Classico in cui il grande retaggio di civiltà del passato viene presentato come uno scenario mitico, storico, lontano, ma affascinante nella misura giusta da trascinare giovani studenti in quel percorso di studi che accende la curiosità sul presente, partendo dal passato.
Raffaele Dirito è, infatti, un alunno di IVA del Liceo Classico “N.Pizi” di Palmi, di cui è D.S. la Prof.ssa Maria Domenica Mallamaci. Raffaele, infervorato dall’amore verso gli studi classici, sta frequentando brillantemente il suo penultimo anno di corso e si è attestato in terza posizione nella prima edizione del Certamen  “Magna Graecia”, indetto dal Liceo Classico “Galluppi” di Catanzaro.

Il concorso, svoltosi il 29 Marzo, presentava, come prova, la traduzione di un brano poetico estratto da “Le Supplici” di Eschilo (vv. 609-625), cui doveva far seguito un commento che trovasse un punto di contatto tra il mondo classico e quello contemporaneo. Il tema selezionato per quest’anno scolastico è stato  I migranti.
Questo il testo proposto: “Qui è il nostro rifugio solenne. Nessuno al mondo ci tocca: né Argivo, né aggressore straniero. Se si tenta un atto di forza, sia la morte civile, l’esilio ufficiale per chi, cittadino, rifiuta soccorso. Ecco. Il re Pelasgo ha spinto questo discorso, perorando per noi. Si sgolava davanti alla gente: badasse, Argo, a non fare carnoso, giorno per giorno, il Rancore di Zeus delle Suppliche, grumo di pesti accoppiate, nostrana e straniera, zanne spettrali, ghiotte di strazio. Non esiste rimedio. Attento, con la destra il popolo siglò la proposta. Non occorse l’appello, per voce d’araldo. Certo, l’assemblea pelasga fu avvinta da propaganda sinuosa. Ma alla fine, Zeus ha deciso in favore di questo esito.”

Trama quanto mai attuale, quella de Le Supplici, che affronta la migrazione forzata delle cinquanta figlie di Danao in fuga dalle nozze forzate coi loro cugini, figli di Egitto. Ma è il re Pelasgo la figura centrale del dramma: lui che, rispettando il sistema democratico, decide di aprire le porte della città alle ragazze in fuga, dopo aver ascoltato il parere degli anziani riuniti in assemblea; lui che osa sfidare la forza brutale degli Egizi, pur di offrire ricovero, per una giusta causa, alle ragazze impaurite. Emblema della voce dei migranti che fuggono in cerca di una terra in cui sedare lo straniamento che avvertono, le Supplici rappresentano tutti i popoli che ancora oggi percorrono determinate traiettorie marittime e terrestri per giungere lì dove sperano che la fuga trovi sosta e riparo. Gli Europei oggi, come allora Pelasgo, spalancano le loro porte con infinito amore verso gli apolidi che soffrono lo sradicamento dalle loro proprie tradizioni e dalla loro amata terra che li ha nutriti.

Un plauso, quindi, a Raffaele Dirito che, con un corposo e pertinente commento al testo e con  una corretta traduzione, si è guadagnato meritatamente il terzo posto in classifica, tenendo alto il nome del Liceo Classico di Palmi con una prova che rappresenta la prima mèta a cui tendono gli alunni veramente motivati sui saperi: le conoscenze, infatti, sono quel terreno fertile su cui impiantare le competenze che daranno valide aspettative sul futuro umano e professionale di ciascun individuo in formazione.

Marilea Ortuso

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