Recensione de “L’escluso” di Maria Clausi

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Ci si chiede se la vita sia segnata da un destino già scritto o se ancora l’uomo abbia il libero arbitrio. Spesso il destino fa il suo ingresso nel mondo con delle attitudini e delle tendenze che determinano, per forza di cose, il nostro modo di comportarci e le nostre scelte costringendo la società a classificarci in questa o quella categoria. D’altronde, non tutti nasciamo buoni: il bambino dispettoso, cattivo, attaccabrighe, con una famiglia disgregata alle spalle, una madre assente e un padre che compra i favori altrui con il denaro, viene considerato un futuro delinquente. Di contro, il bambino ubbidiente, socievole e generoso, con una famiglia che, nonostante le difficoltà, cerca di stargli vicino, di interpretare i suoi stati d’animo, viene immaginato come un adulto responsabile, un padre di famiglia per bene immerso in una brillante carriera lavorativa. Ogni bambino, ogni essere umano, nasce con delle caratteristiche positive e negative, e ciò che fissa il dominio delle une sulle altre sono sia le caratteristiche psico-attitudinali dell’individuo che gli stimoli esterni che si riversano su di esso: la famiglia e la società. Questo, in sintesi, è il messaggio trasmesso dal romanzo L’escluso (Lettere Animate, p.114, 1,99 €) di Maria Clausi. Un libro che, attraverso il racconto della vita di Alfredo, punta l’obiettivo sul bullismo nelle scuole.

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Author: mario.labate

mario labate - collaboratore presso la testata ntacalabria.it

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