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Appena venuti a conoscenza della incredibile sparatoria avvenuta dinanzi a Palazzo Chigi, col grave ferimento di un servitore dello Stato, di un altro CC, di una semplice passante (ai quali esprimiamo gli auguri di pronta guarigione), e con l’arresto dell’esecutore materiale del fatto, si è tentato di sminuirne la gravità facendo passare il signor Preiti per insano di mente ma si è stati subito contraddetti dallo stesso fratello dell’attentatore.
Costretti ad abbandonare la prima ipotesi, i media poi hanno sposato subito l’ipotesi che è stato solo il malessere sociale ad armare la mano di ‘un povero disgraziato in piena crisi’ dato che aveva perso il posto di lavoro e si era separato dalla moglie. Non si capisce perché su centinaia di migliaia di cittadini che hanno perso il lavoro, in Italia, per la forte recessione che ha colpito il nostro Paese che le dissennate scelte economiche del passato governo ha acuito terribilmente, solo Preiti ha sentito il bisogno di armarsi ed andare a fare il giustiziere.
E’ chiaro allora che pur non essendo uno squilibrato il nostro illustre attentatore è uno psicolabile che ha sentito il bisogno di spendersi nell’avventura giustizialista stante il clima che si respira nel nostro Paese. Che Preiti sia uno psicolabile è dimostrato dal fatto che era un piccolo imprenditore edile e, col gioco alle macchinette del videopoker, ha dilapidato presente e futuro del suo reddito, provocando la legittima rottura con la consorte e il difficile reinserimento nei processi produttivi. Il gioco ‘suicida’, usato come una droga, dimostra comunque e senza ulteriori accertamenti, la debolezza del suo carattere che lo ha portato ad essere in balia di sgangherate parole d’ordine che parlavano sopratutto alla sua ‘pancia’ e non certamente al suo cervello.
Che Vendola gridi che ‘il regime incolpa chi è contro l’inciucio’, che il Grillo canterino dichiari di essere contro la violenza, e che i mass media vanno a caccia di farfalle, dimostrano solo d’avere una corposa coda di paglia tentando, inutilmente, di nascondersi dietro al dito. Nessuno dimentica che Vendola, ancora ieri, ha continuato a dichiarare che Berlusconi è ‘il vero cancro per tutti’ e che ‘il PD sta riabilitando il berlusconismo’, mentre Grillo, non più tardi di qualche settimana fa, voleva fare la marcia su Roma con ‘milioni e milioni di italiani’, mentre le grandi testate, da tempo, hanno tirato la volata all’antipolitica ed hanno legittimato il qualunquismo imperante.
Quando per mesi e mesi si additano i politici come responsabili di ogni nefandezza, si indicano i palazzi del potere come fortini da assaltare, e lo stesso Parlamento come scatoletta di tonno da aprire con un semplice apriscatole, che fa il paio con l’aula sorda e grigia da usare come bivacco; quando per mesi, anzi per anni,si martella contro la casta responsabile di sperperare il denaro pubblico per gli stipendi percepiti che, tra l’altro, sono molto più bassi degli stipendi dei giornalisti che contano, dei manager pubblici e privati, dei Magistrati, dei grandi professionisti, e dei tanti e tanti guru televisivi, si diffonde un clima, di ‘dalli all’untore’ da Colonna infame del Manzoni, non ulteriormente tollerabile.
Continuare a far credere che riducendo gli stipendi dei parlamentari si può risolvere la crisi è mascalzonata allo stato puro. Se si abolissero totalmente gli emolumenti dei parlamentari il risparmio per le casse dello Stato sarebbe semplicemente irrisorio perché non supererebbe il mezzo miliardo di euro all’anno. Misera cosa rispetto, per esempio, ai 70 miliardi erogati per incentivi per il fotovoltaico ch’è un vero e proprio spreco dato che la produzione di energia ottenuta con gli incentivi è uguale a quella che potrebbe essere prodotta da una centrale a carbone che costa 1 miliardo e mezzo.
Si rimettano i piedi per terra e si eviti di inseguire la moda delle riduzioni inutili perché facendolo si dichiara a personaggi come Preiti che quegli stipendi, come gli suggerisce Grillo, non sono ‘legittimi’. La Politica deve saper riconquistare la fiducia della gente prosciugando l’acqua dentro cui nuota agevolmente l’antipolitica, e l’Agenda non la può dettare il ‘vaffanculo’ di Grillo.
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