198° Annuale di Fondazione dell’Arma, il discorso del Colonnello Angelosanto

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Signor Prefetto, signor Vice Presidente del Consiglio Regionale della  Calabria, signor Presidente della Provincia, Onorevoli parlamentari, signori Magistrati, Autorità tutte, gentili ospiti, onorato per il privilegio di rappresentare per il terzo anno l’Arma nella celebrazione reggina, anche a nome del comandante della Scuola, vi ringrazio per la vicinanza dimostrata con la vostra presenza ed estendo il mio ringraziamento anche a quanti, impossibilitati a intervenire, hanno fatto giungere i sensi della loro ideale partecipazione.

Un particolare saluto rivolgo ai rappresentanti delle Forze di Polizia, delle Forze Armate, dei Vigili del Fuoco e delle Polizie provinciale e municipali, qui convenuti a testimoniare il riguardo rivolto all’Arma dei Carabinieri.

In questo giorno di festa, il primo riverente pensiero va ai nostri caduti nell’adempimento del dovere, tra i quali ricordo gli Appuntati Antonino FAVA e Vincenzo GAROFALO[1], che abbiamo poco fa onorato con la deposizione di una corona di alloro alla lapide posta all’ingresso della Scuola, il Brig. Antonino MARINO[2], il Maresciallo Pasquale AZZOLINA[3], il Vice Brigadiere Rosario IOZZìA[4] e gli Appuntati Stefano CONDELLO e Vincenzo CARUSO[5], vittime della violenza mafiosa nel territorio di questa provincia.

Un fraterno saluto rivolgo ai colleghi non più in servizio dell’Associazione Nazionale Carabinieri e ai rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, sempre presenti e pronti a condividere i momenti più significativi della nostra Istituzione.

La ricorrenza dell’annuale della fondazione è occasione per attualizzare le  analisi di scenario,  verificare quanto realizzato e indicare le  progettualità, alle quali l’Arma guarda nel segno della continuità,  nel solco della storia e della tradizione, e  dell’impegno in favore delle comunità, che è qui evidenziato dalla presenza di molti Sindaci dei nostri comuni – che cordialmente ringrazio per la loro vicinanza – e dei loro Gonfaloni, che saluto unitamente a quelli della città di Reggio Calabria, della Regione e della Provincia.

Nel nostro contesto sociale e territoriale, ove è incombente la presenza della ‘ndrangheta, gli sforzi compiuti sono sempre finalizzati a far esercitare alle Stazioni carabinieri, con metodi sempre più efficaci, l’importante ufficio di difesa e affermazione della legalità, rappresentando in molti comuni l’unico presidio di polizia ed essendo esse stesse percepite dalle collettività come un loro patrimonio, sia per la funzione sociale svolta sia per l’aspettativa di sicurezza che i cittadini ripongono nell’operato dell’Arma, caratterizzandosi così quali “terminali, spesso informali, della rete di protezione e di solidarietà sociale, in ragione della loro storica capacità di intercettare ogni situazione in grado di incidere sulla qualità della vita o di innescare disordine e conflittualità sociale[6].

L’Arma della provincia, per esercitare un efficace contrasto alla criminalità mafiosa, si avvale di un modello organizzativo basato su un efficiente strumento, costituito da uomini e  mezzi, la cui tenuta e le conseguenti pronte risposte operative sono garantite dall’irrinunciabile status militare, sulla individuazione di linee d’azione prioritarie e su un attento coordinamento interno delle forze.

Il modello organizzativo così concepito, modulato sull’assetto territoriale fortemente compartimentato e a questo ancorato, già positivamente sperimentato e noto alla locale pubblica opinione  come “MODELLO OPERATIVO REGGIO CALABRIA”, impegna un dispositivo articolato su tutte le sue componenti territoriali, mobili  e d’eccellenza disponibili, tra cui i Nuclei Investigativi, i Reparti centrali e Anticrimine del ROS, i Cacciatori di Calabria, i Reparti speciali dell’Arma, le unità delle Compagnie d’Intervento Operativo dei Battaglioni Mobili, i Nuclei Operativi e Radiomobili delle Compagnie ele Stazioni Carabinieri, che ricoprono un ruolo fondamentale e di primaria importanza nel controllo del territorio e nella ricerca informativa, funzionali al richiesto contrasto alle articolazioni della ‘ndrangheta e alle sue espressioni.

Nell’ambito delle linee d’azione prioritarie, individuate dal nostro Comando Generale – in stretta aderenza agli indirizzi fissati dall’Autorità di Governo nel Piano straordinario contro le mafie – nella disarticolazione delle strutture militari della ‘ndrangheta, nella ricerca dei latitanti, nell’interruzione delle condotte delittuose (tra cui il traffico internazionale di stupefacenti, le estorsioni e l’usura) e nella individuazione delle ricchezze illecitamente accumulate, l’applicazione del predetto “modello”, pienamente integrato nel quadro della strategia definita dal Procuratore Distrettuale (e qui vorrei ricordare il sapiente operato del dott.Giuseppe PIGNATONE), ha consentito ai reparti dell’Arma di ottenere risultati di tutto rilievo.

Il primo obiettivo è stato conseguito con la disarticolazione delle componenti militari e l’individuazione delle proiezioni extraregionali e ultranazionali di pericolosissime e agguerrite cosche della ‘ndrangheta – così depotenziate nella loro aggressività –  operanti nell’area metropolitana di Reggio Calabria (con incisivi interventi nei quartieri Pellaro, Condera e Archi, e nei comuni di Campo Calabro, Calanna, Villa San Giovanni e Scilla), nell’area tirrenica (a Palmi, Rosarno e Taurianova) e nella locride (a Gioiosa Jonica, San Luca, Bovalino, Africo, Grotteria e Bruzzano Zeffirio), con l’arresto di circa 250 indagati per reati associativi.

Assidua, incessante e progressiva è stata l’azione di polizia giudiziaria, in una continuità operativa che ha posto all’attenzione delle più alte Istituzioni dello Stato l’operato della Magistratura e di tutte le Forze di polizia reggine, tra cui l’operazione “Il Crimine”, investigazione di valenza strategica e pietra angolare di tutte le future attività di contrasto, dalla quale sono emerse plurime e incontrovertibili prove sull’assetto unitario della ‘ndrangheta, sull’operatività di organismi di vertice e sulle articolazioni operanti  in altre regioni d’Italia e all’estero, secondo un assetto ordinativo che le conferisce maggiori potenzialità offensiva e capacità intimidatoria, caratterizzandola come una delle mafie più temibili al mondo.

A una ‘ndrangheta così organizzata e quindi maggiormente pericolosa, le forze schierate sul campo non possono che rispondere in modo compatto secondo una strategia unitaria, sia nella fase preventiva, al tavolo del Comitato presieduto dal Prefetto, sia operando un intelligente e sinergico sforzo investigativo al tavolo del coordinamento del  Procuratore Distrettuale.

Da tutto ciò l’evidenza che l’Arma della provincia, che ha sempre e nel tempo garantito importanti risultati operativi, oggi è anche partecipe dell’attività concettuale di definizione delle complessive strategie investigative, come è accaduto in alcune grandi operazioni contro l’intero assetto della ‘ndrangheta e in quelle mirate nei confronti di singole cosche della provincia, che hanno contribuito a scrivere la storia giudiziaria del Distretto di Reggio Calabria.

Nello sviluppo dell’altra linea d’azione della ricerca dei latitanti e della individuazione delle reti di favoreggiamento e protezione, meritano menzione gli interventi repressivi che hanno consentito la cattura di numerosi latitanti inseriti negli speciali programmi di ricerca del Ministero dell’Interno, tra i quali ricordo PELLE Sebastiano di San Luca (10.11.2011), PESCE Francesco di Rosarno (09.08.2011) PERRE Francesco di Platì (26.08.2011, condannato definitivamente a 28 anni di reclusione per il sequestro di Alessandra SGARELLA), AQUINO Rocco di Marina di Gioiosa Jonica (10.02.2012) e, per ultimo, TRIMBOLI Rocco di Platì, arrestato lo scorso 24 aprile.

Inoltre, nella terza direttrice del contrasto, ingenti sono risultati i sequestri dei patrimoni illecitamente accumulati, tra cui quelli sottratti alle cosche PESCE, CONDELLO, TEGANO, LIBRI, FICARA-LATELLA, PELLE, MORABITO, AQUINO, JERINO’ E COMMISSO, per oltre 130 milioni di euro, che hanno incrementato il patrimonio amministrato dallo Stato, che con l’intervento dell’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati verrà devoluto a finalità istituzionali.

Un contesto quindi pesantemente condizionato dalla pervasiva presenza della ‘ndrangheta, che – assumendo con la sua struttura unitaria una maggiore capacità intimidatoria e una più insidiosa forza corruttiva – è sempre più protesa a condizionare le Pubbliche Amministrazioni e i settori particolarmente redditizi, tra cui le grandi opere, nonché a infiltrare gli ambienti delle Istituzioni, delle professioni e  dell’imprenditoria, nella ricerca costante di concorsi che possano garantirle, al tempo stesso, arricchimento e impunità.

Nell’ultimo anno, la protervia mafiosa si è evidenziata in tutta la sua pericolosità con le reiterate intimidazioni rivolte a magistrati requirenti e giudicanti, ad appartenenti alle Forze di polizia e a pubblici amministratori che vogliono sottrarsi al giogo mafioso, ai quali va la nostra piena solidarietà e la nostra vicinanza.

Nel quadro attuale della pubblica sicurezza, molto importanti sono risultati i concorsi assicurati dall’Esercito per la vigilanza degli obiettivi sensibili del capoluogo e dei cantieri della costruenda autostrada Salerno-Reggio Calabria, i cui militari impiegati ringrazio per l’impegno e la professionalità dimostrati.

Nella sua estrema sintesi, il resoconto che ho appena tracciato dà l’idea di quanto complesso e articolato sia lo scenario nel quale l’Arma è chiamata a operare e che essa fronteggia, garantendo la massima efficienza, anche con il continuo adeguamento del dispositivo: sono di quest’anno il potenziamento e l’ulteriore qualificazione delle capacità operative delle Stazioni, con la revisione di alcuni loro comparti territoriali, e l’ulteriore definizione delle più efficaci procedure per la cooperazione tra le diverse componenti dello strumento operativo.

Nella stessa direzione, per garantire altresì ai nostri militari di operare in condizioni adeguate di funzionalità e decoro, vanno registrate le importanti realizzazioni infrastrutturali, ottenute con  l’impegno dell’Arma e degli Enti preposti e gli altri interventi che stanno per essere ultimati da parte del Provveditorato alle Opere Pubbliche a Locri e Gioia Tauro, che sono in corso di realizzazione a Roccaforte del Greco, Seminara e Sinopoli, ovvero che sono in attesa di finanziamenti per  l’adeguamento strutturale a Marina di Gioiosa Jonica,Rosario Valanididi Reggio Calabria, Rosarno e Siderno, ove beni sottratti alla criminalità mafiosa sono destinati a ospitare nostri comandi, restituendo così alla società civile alcune delle ricchezze usurpate dalla ‘ndrangheta nei territori ove è da scongiurare – facendo ogni sforzo possibile – il ripiegamento  delle nostre Stazioni, come dimostrano i risultati operativi e il comprovato consenso e la fiducia delle cittadinanze, i cui apporti unitamente ai contributi delle istituzioni locali vanno valorizzati per affermare il moderno concetto di “sicurezza partecipata”.

All’aggressività della criminalità organizzata si associano forme delinquenziali diffuse, dedite alla commissione dei reati predatori, tra cui le rapine anche in abitazione, dei numerosi danneggiamenti, a volte perpetrati per futili ritorsioni, e di atti di vandalismo urbano.

Per queste diverse attività di contrasto, l’Arma opera con il suo dispositivo fittamente dislocato sul territorio, orientato a incidere sul fenomeno criminoso ma anche a conferire all’attività di polizia quei tratti di vicinanza e assistenza alla popolazione per attenuarne i timori e la percezione di insicurezza; tanto che numerosi sono stati  i servizi preventivi (oltre 52.000) e gli arresti (circa 1000) in flagranza di reato o per mandato delle Procure della Repubblica di Reggio Calabria, Palmi e Locri, alle quali l’Arma non ha fatto mai mancare il suo supporto e la sua partecipazione ad attività coordinate, come è accaduto per l‘individuazione delle responsabilità per rapine commesse in danno di anziani cittadini a Reggio Calabria (con le operazioni conclusesi il 22 luglio scorso) e in danno di commercianti nella Piana di Gioia Tauro e per estorsioni di cui erano vittime privati cittadini e piccoli imprenditori nella Locride.

Il quadro della minaccia è dunque composito, ma potrà essere efficacemente fronteggiato con la capacità di intervento:

–        della Magistratura, alla quale l’Arma guarda con incondizionata  fiducia e sincera e leale collaborazione;

–           di S.E. il Prefetto, Dott. Vittorio PISCITELLI, nella sua insostituibile attività di coordinamento delle Forze in campo a salvaguardia della sicurezza pubblica, al quale formulo a nome dell’Arma i migliori auguri di buon lavoro;

–           dell’Arma dei Carabinieri e delle Forze di polizia, impegnate con leale e fattivo spirito di collaborazione – del quale sinceramente ringrazio il signor Questore (e colgo qui  l’occasione per salutare il dott. Carmelo Casabona, che sta per lasciare la sede) e il signor Comandante Provinciale della G.di F. (gli amici Colonnelli Cosimo di Gesù e Alberto REDA, che si sono avvicendati nell’incarico) –  nel condiviso intento di garantire alle nostre comunità una convivenza quanto più possibile sicura.

E’ una prova impegnativa quella che ci attende, ma che sapremo certamente affrontare con il sostegno di tutte le Istituzioni, alle quali sono accomunati gli operatori della Stampa, che ringrazio per il lavoro svolto in favore della crescita sociale, nella consapevolezza che l’attenzione dell’opinione pubblica al nostro operato è fondamentale, necessaria e di stimolo per dare sempre risposte adeguate alle esigenze di sicurezza dei cittadini.

In particolare, rivolgo il mio plauso alla Scuola (e qui sono presenti rappresentanze degli alunni e degli studenti – che caldamente ringrazio per la loro partecipazione – delle scuole elementari, delle scuole medie, dei licei e degli istituti tecnici di Reggio Calabria, Brancaleone, Ferruzzano, Bruzzano Zeffirio, San Luca, Samo, Bianco, Rosarno, Cittanova, Taurianova e altri paesi della provincia) per il contributo che sta dando con le sue risorse civili e culturali allo sviluppo della legalità, nel quadro di un impegno a cui l’Arma partecipa attivamente, e al libero associazionismo che sta intervenendo in modo sempre più significativo per la sensibilizzazione delle coscienze, attraverso il fattivo operato sul territorio, tra cui meritano menzione le attività del “Museo della ‘Ndrangheta”, di “Libera” e di “Riferimenti”.

In conclusione, il significato profondo della celebrazione odierna sta nella consapevolezza che noi Carabinieri abbiamo di sentirci portatori – nella continuità – di un patrimonio che si fonda sul lavoro quotidiano, silenzioso e a volte tragico svolto da quelli che ci hanno preceduto e  che va difeso con l’impegno continuo in favore delle comunità, per le quali continueremo a prestare – con convinzione fideistica – il nostro servizio senza lesinare risorse e fatiche, senza deflettere mai, affinché l’Arma continui a dedicarsi al bene comune e possa soddisfare il bisogno primario della sicurezza, oggi a ragione considerato tra i diritti fondamentali per una civile convivenza, per la crescita sociale e per lo sviluppo economico di ogni collettività.

Rivolgo pertanto un sentito ringraziamento a tutte le famiglie dei militari per la condivisione dei nostri sacrifici, che si sostanzia in rinunce e privazioni.

Saluto i delegati COBAR della Scuola e i rappresentanti del Comando Provinciale del COBAR Calabria, che ringrazio per la preziosa opera di sostegno svolta a favore e per il benessere di tutti i militari.

Ai Carabinieri di ogni ordine e grado rivolgo l’apprezzamento sincero per quanto hanno fatto, nell’orgoglio unico e nella consapevole responsabilità di essere il loro comandante, auspicando risultati sempre più significativi e rinnovando – anche a nome di tutti –  davanti alle Autorità e ai cittadini presenti,  l’impegno di continuare a essere, per la comunità provinciale reggina, un solido punto di riferimento, fondato sull’efficienza, sulla professionalità, sulla correttezza e sulla solidarietà, per riaffermare l’appartenenza ad una Terra e ad una Collettività che meritano di essere difese e tutelate.

VIVA L’ARMA DEI CARABINIERI

VIVA L’ITALIA

Reggio Calabria, 06.06.2012

Col.Pasquale Angelosanto, Cte Prov. CC. di RC

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Author: Cristina

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