A Motta e Lazzaro si continua a morire di cancro

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Riceviamo e pubblichiamo da Vincenzo Crea, Referente unico dell’ANCADIC Onlus e Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto”:

“Scrivo nella qualità di Referente unico dell’ANCADIC Onlus, associazione che promuove e tutela il patrimonio paesaggistico e l’ambiente salubre per invitare, cittadini, associazioni e Istituzioni a non concentrare l’attenzione soltanto sulle vittime che giornalmente miete la Ss 106, ma anche sull’insorgenza e sull’incremento di malattie tumorali che purtroppo nella quasi totalità dei casi portano a sicura morte.

Nel territorio di Lazzaro e Motta San Giovanni e nei territori confinanti ormai i decessi di persone colpite da cancro sono all’ordine del giorno.

Decessi che passano inosservati a differenza del clamore che suscitano gli incidenti stradali.

Al lungo elenco delle persone colpite da malattie tumorali che hanno portato alla morte, si aggiunge il nome della nostra concittadina G.M di anni 48 che dopo alcuni anni di sofferenza, cure, speranze non è riuscita a sconfiggere la tremenda malattia e lo scorso 2 febbraio ha lasciato i suoi cari, tra cui due figli e il marito. Le morti per malattie tumorali, in particolare per leucemia, nel nostro territorio si fanno sempre più numerose e frequenti e seppur vero che l’uomo è impotente di fronte al decorso inarrestabile e tragico nelle conseguenze non possiamo certamente stare a guardare pensando: forse a me non tocca. Certamente non si può pensare di fermare le tremende malattie con la paletta in dotazione alle forze di polizia, utilizzata per intimare l’alt agli utenti della strada, però qualcosa si può, anzi si deve fare.

La crescita di queste patologie e la correlazione delle stesse con l’ambiente, caratterizzato da una compromissione qualitativa dell’acqua, dell’aria e del territorio risulta, almeno per alcuni tipi di tumori, da studi scientifici. Comunque prescindendo da tale importanti e autorevoli risultati, si dovrebbe agire sul principio di precauzione e ancor prima sull’osservanza delle leggi e sul ripristino della legalità. Quindi intensificare l’azione preventiva e repressiva. Mettere in sicurezza e bonificare le discariche dismesse e quelle abusivamente realizzate, eseguire controlli sui campi magnetici, bonificare i territori dall’amianto, mettere in sicurezza i depuratori, garantire il pascolo in luoghi sicuri. Importante sarebbe l’intensificazione dei controlli su tutta la catena alimentare. Non è possibile che i prodotti ortofrutticoli maturino sui banchi di vendita e gli stessi continuano ad entrare ed uscire dalle celle frigorifere.

A seguito dagli atti decretati nel mese di maggio 2014 a firma dei servizi segreti italiani SISME e SISDE si è parlato tanto dei rifiuti tossici e radioattivi che hanno interessato anche il comune di Motta SG e comuni limitrofi, ma cavalcata l’onda della notizia tutto è precipitato come al solito nel dimenticatoio, mentre quanto interrato continua a produrre effetti negativi sulla salute dell’uomo e sull’ambiente.

La popolazione non è stata informata nemmeno sui dati acquisiti nel corso delle indagini aeree effettuate dall’Arpacal grazie al progetto “Miapi. Dobbiamo aspettare altri vent’anni per avere qualche notizia? In conclusione, come più volte detto l’ambiente non ha confine, quindi è chiaro che ognuno deve fare la propria parte”.

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