Il
ponte del no, l'otto dicembre, attraversa la città di Messina.
Un corteo di circa 10.000 persone provenienti da diverse
città italiane sono scese in piazza per manifestare la stessa
contrarietà alla costruzione sullo stretto che dovrebbe
collegare la Sicilia con il resto d'Italia.
Questa
opera pubblica senza precedenti, se fosse realizzata sarebbe
il ponte più lungo del mondo 3300 metri, da trenta anni
viene prospettata dai governi nazionali succedutesi ma non
sono mai andati oltre al vaglio delle diverse proposte di
realizzazione. L'attuale governo di centro destra, sfruttando
i meccanismi di semplificazione e accelerazione delle procedure
della cosiddetta "Legge Obbiettivo" (L.n. 443/2001),
sembra intenzionata a iniziare quanto prima i lavori. Sono
previsti ad oggi l'impiego di 5 miliardi di euro iniziali
e di 138 milioni l'anno per oltre 40 anni; gli organizzatori
della protesta ritengono l'intera opera e spesa avventata
e distruttiva e rispondono con la "marcia contro il
ponte".
Nonostante la fredda e nuvolosa mattina autunnale, la consistente
partecipazione si avverte già dal raduno di Piazza Cairoli,
dove fervevano i preparativi. Il corteo, dopo qualche istante,
comincia a muoversi ed iniziano a sventolare striscioni
e bandiere, ci sono associazioni e forze politiche provenienti
da Catania, Messina, Palermo e Calabria. Tra le tante sigle:
Arci Sicilia, Comitati cittadini contro il ponte, Legambiente
"Dei Peloritani", Reggio Calabria federazione
dei Verdi, Messina Social Forum, WWF di Palermo, Rifondazione
comunista di Catania, Sezione Gramsci DS Messina, per citarne
alcuni. Lentamente la marcia itinerante attraversa le vie
principali della città dove affluiscono spontaneamente altri
cittadini, che non hanno alcuna bandiera ma con l'unica
frase indossata: "No al ponte". C'è chi la porta
scritta su una t-shirt, chi su una felpa, le casalinghe
ben in vista sulle borse della spesa mentre spingono i propri
passeggini, o su semplici adesivi incollati sulle giacche
o sulle saracinesche chiuse dei negozi.
Sotto
lo striscione giallo di Legambiente "Dei peloritani"
il presidente Nino Citriniti di Messina: "Ribadiamo
il dissenso ad un opera che porta solo svantaggi per i cittadini
di Messina e Villa S. Giovanni. Comporterà un cantiere decennale
con conseguenti disagi: vaste discariche di materiale di
risulta e cave che devasteranno un habitat unico nel mediterraneo,
colpendo zone dove vi sono tra l'altro 11 siti di interesse
comunitario e zone a protezione speciale".
Nel
centro del lungo serpentone umano dove "I verdi"
di Reggio Calabria, sorregge lo striscione l'onorevole Pecoraio
Scanio incalzato da alcuni giornalisti televisivi: "Questa
manifestazione è la dimostrazione visibile che molta parte
dei cittadini direttamente interessati, questo ponte non
lo vuole! Consapevoli di questo abbiamo già proposto che
il "no al ponte" debba essere tra i punti programmatici
delle prossime elezioni politiche del centro sinistra, tali
fondi a nostro avviso devono esser spesi per altre reali
priorità come l'ammodernamento della viabilità di Sicilia
e Calabria".