TOP MENU
AZIENDE
CALABRIA IN CIFRE
CASTELLI
CONTATTACI
CUCINA CALABRESE
CULTURA CALABRESE
DETTI CALABRESI
DOVE SIAMO
FOTO
ITINERARI & TURISMO
LINK
LOCALITA'
MANDACI DEI CONSIGLI
MANIFESTAZIONI & EVENTI
MUSEI & ARCHEOLOGIA
NOTIZIE & STAMPA
PUBBLICIZZATI
SEGNALACI UN EVENTO
TARANTELLE
AGRICOLTURA
BERGAMOTTO
GUIDE L'AGRICOLTURA
NEWS DAL MONDO AGRICOLO
PREZZIARIO REGIONALE
PRODOTTI TIPICI
SPORT
NEWS DALLO SPORT
RADIO CALABRESI
ASCOLTA LE RADIO ON LINE
GOCHI FREE
TUTTI I GIOCHI DA SCARICARE
GIOCHI FLASH ON LINE
GDR L'ISOLA DEI VIAGGI
TOP FREEWARE
DISEGNI DA COLORARE
GIF
MANUALI
PROGRAMMI FREE
SFONDI PC
SUONERIE CEL FREE
UTILITA'&OPPORTUNITA'
CURRICULUM ON LINE
UNIVESITA' CALABRESI
VARIO
AFORISMI
ALLEGATI ALLE MAIL
BARZELLETTE
CARTINE STRADALI
FRASI X OGNI OCCASIONE
PREGHIERE
RUBRICHE NAZIONALI
A COME AMBIENTE
NOTIZIE DAL GOVERNO
GUIDA ALLA NORMATIVA FISCALE
 
HOME
 
 
 

Info Pubblicità

leggi la posta

Casabona

Municipio
Sede Comune: Via Veneto
Nome Sindaco: Francesco Seminario
Telefono: 0962.82422
E-Mail: comune.casabona@provincia.crotone.it

Dati statistici

Codice FISCO: B857
Codice ISTAT: 101004
Prefisso: 0962
C.A.P.: 88822
Distanza Capoluogo: 36
Superficie: 68.8900
Denominazione Abitante: casabonesi
Num. Abitanti: 3161
ASL Appartenenza:

Non è facile ricostruire l’etimologia del nome del paese. Fino al 1508 venne chiamato Caso bono probabilmente perché gli abitanti del luogo, dediti soprattutto alla pastorizia, producevano un ottimo formaggio. Successivamente il nome fu Casalbuono o Casa bona, cioè “ricovero accogliente” (sullo stemma civico riportato in un documento del 1710 è raffigurata, infatti, una casetta rurale con una porta e due finestre sormontata dalla scritta “Casa bona”), continuando, però, a conservare nella forma dialettale Casubonu, l’antico significato. Nel corso dei secoli la denominazione ha avuto varie, ma piccole, evoluzioni fino ad arrivare all’attuale Casabona. La storia feudale di Casabona è assai interessante: originariamente fece parte, assieme al casale di San Nicola dell’Alto, delle pertinenze della baronia di Cariati. Antichi feudatari di Casabona furono, quindi, i Cariati (dinastia presumibilmente normanna il cui vero cognome è a noi ignoto) ai quali si sarebbero, di seguito, aggiunti, secondo alcune fonti non controllabili, tale “Gentile di San Giorgio” e sua figlia Tommasa (1260). Da questa Casabona passò al marito Amerigo de Sus, quindi al loro figlio Petruccio. Successivamente il feudo entrò in possesso dei Ruffo di Montalto, in circostanze a noi ignote. I Ruffo ne mantennero la titolarità fino al 1464, quando Marino Marzano Ruffo, figlio di Covella Ruffo e Giovanni Antonio Marzano, fu spodestato e spoliato dei suoi beni da re Ferrante I d’Aragona. In quell’occasione, lo stato di Cariati fu smembrato e Casabona ebbe vita feudale autonoma. Nel 1472 tale Bordone de Galena ottenne la donazione di Casabona da re Ferrante solo per vedersela revocare dopo poco tempo. Il feudo venne rivenduto nello stesso anno a Diego Cavanigia, conte di Montella. Da questi, la titolarità di Casabona passò a Giovan Francesco Sanseverino, conte di Caiazzo, che si vide spoliato dei suoi feudi da re Federico d’Aragona che, a sua volta, li concesse al fratellastro Ferrante, già Conte di arena e di Nicastro. All’epoca Casabona faceva parte del complesso feudale di Pietrapaola che comprendeva anche 5. Morello, Caloveto, Crosia e Cropalati. In seguito Ferrante d’Aragona divenne anche primo duca di Montalto. Il casato d’Aragona mantenne il feudo con alterne vicende fino al 1580, anno in cui Antonio TI d’Aragona vendette Casabona con il suo casale San Nicola al nobile crotonese Giovan Pietro Pisciotta. La famiglia Pisciotta mantenne il feudo incardinandovi il titolo di marchese fino al 1652 quando, per successione femminile, passò nei possedimenti di Giovan Alfonso Spiriti, patrizio cosentino, che aveva sposato Cornelia Pisciotta. Nel 1694 Partenio Rossi, dei duchi di Castelluccia, acquistò Casabona per poi cederla a Scipione Moccia, duca di Scarfizzi. I Moccia tennero il borgo fino alla metà del XVIII secolo, quìndì, per ìl matrimonio di Antonia Moccia con un esponente del casato dei Crispano, questi divennero nuovi signori di Casabona. Con la morte senza figli di Isabella Crispano nel 1783, il titolo marchesale di Casabona venne concesso, nel 1789, al cugino laterale Scipione Capecelatro, patrizio napoletano, che fu l’ultimo feudatario, colpito dalle leggi eversive della feudalità. TI vecchio borgo venne semidistrutto durante il terremoto del 1638 a cui seguì un’alluvione che provocò una grossa frana. Testimonianza ne sono gli strapiombi di roccia argillosa (le sciolle) ancora presenti nella zona. Gli abitanti si divisero, quindi, tra la parte nuova (sorta accanto al convento dell’Annunziata) e la parte vecchia (successivamente rasa al suolo dal nuovo terribile sisma del 1783). Il comune di Casabona agli inizi dell’800 si arricchì della frazione Zinga, prima feudo a se stante amministrato autonomamente. Detto anche Cinga, questo piccolo borgo ebbe, quindi, vita feudale autonoma a partire dal XVI secolo, quando venne smembrato da Casabona. L’abitato originale, popolato da albanesi di rito latino, venne abbandonato a causa dei continui straripamenti del fiume vicino e ricostruito in posizione più sicura grazie all’interessamento dell’allora feudatario Epaminonda Ferrari. Ai primi del ‘500 rìsultava tra i possedimenti della famiglia Abbenante di Corigliano, per poi passare, nell’ordine, nei patrimoni dei crotonesi Malatacca, Pipino, Lucifero. Nel XVII secolo appartenne agli Scaglione, agli Amalfitano e, nel 1645, ai Ferrari (o Ferarri) di Casole. In seguito ai Rota e per ultimo ai Barberio Toscano fino al 1806. La legge istitutiva dei comuni, nel 1811, declassava Zinga a frazione di Casabona, che a sua volta venne inserita nel governo di Strongoli. Nell’aprile del 1810 la Commissione feudale costrinse i feudatari a restituire territori e beni ai casabonesi, ma le famiglie succedute alle antiche signorie (i Berlingieri e i Galluccio) opposero ogni sorta di resistenza. Pretesero gabelle su oltre l’80 per cento dei terreni. Questo fino al 1950, anno in cui fu varata la riforma agraria in Calabria che stabilì la colonizzazione dell’Altipiano della Sua e dei territori jonici limitrofi. Ciò contribuì notevolmente alla definitiva scomparsa del latifondo a Casabona. Il periodo fascista ha lasciato nel paese il ricordo delle persecuzioni di molti casabonesi che hanno pagato la loro militanza antifascista. Il dissenso verso il regime esplose nel 1943, quando una parte della popolazione operò un tentativo d’incendio del Municipio. Dopo la caduta del Regime esplose un forte sentimento socialcomunista. Sembra che il primo movimento della Calabria per l’occupazione delle terre sia partito proprio da Casabona. Tra i promotori Pasquale Poerio (segretario delle Federterre dal ‘46 al ‘47 e poi senatore della Repubblica) e i contadini Francesco Comito e Carlo Curcio.




Il Gonfalone
IL GONFALONE Drappo partito d’azzurro e di bianco, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma con l’iscrizione centrata in argento: Comune di Casabona. Le parti di metallo e i cordoni sono argentati. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo è inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento. LO STEMMA D’azzurro, alla casa al naturale, posta di tre quarti, con la fronte verso destra, finestrata di 2 sul fianco e accompagnata in capo da una stella d’argento. Ornamenti esteriori da Comune.

La Geografia
Piccolo paese dell’entroterra calabro a nordovest del versante jonico-crotonese. La sua altezza sul livello del mare è di 309 metri. Confina con i comuni di Rocca di Neto, Belvedere Spinello, Castelsilano, Verzino, Pallagorio, S. Nicola dell’Alto, Melissa e Strongoli. Ha una superficie di 66,60 kmq. Dista 33 km da Crotone.

L'Economia
Casabona vive soprattutto di agricoltura e commercio. Fra le aziende di trasformazione di prodotti agricoli più importanti sono da segnalare i frantoi: lemma, Del Gaudio, Gagliardi, De Giacomo e Caputo. Sono tutte attività a conduzione familiare. Il paese un tempo era famoso per gli estesi frutteti, penalizzati poi dal frastagliamento della proprietà. È, comunque, ancora consistente l’esportazione di arance nei mercati del nord Italia, che si affianca a quella dei pomodori, commercializzati nei mercati della regione. Anche l’uva trova una buona collocazione e per lo più viene trasportata, per la trasformazione in vino, nei comuni di Melissa, Val di Neto e Cirò. Il “Parco dei Palmenti” è, invece, l’unico insediamento ad avere una vera e propria attività vinicola a Casabona. Per quanto riguarda il settore artigianale resistono alcuni falegnami (Foglia, Jemma &Cimieri, Carnevale, De Biasi). Ci sono anche lavoratori dell’alluminio e del marmo (marmificio Fontana). C’è, inoltre, la ditta Carvello che fornisce ai comuni impianti di illuminazione per manifestazioni civili e feste religiose. Quattro sono le imprese edili di una certa importanza: Fontana, Aloisio, Siciliano e Cerrelli. Ha un ruolo trainante anche la rete commerciale. Sono molti, infatti, gli esercizi attivi nel centro abitato. Nella zona Pip c’è una fabbrica d’infissi, la “TG Serramenti”; un’azienda che distribuisce carburanti industriali e agricoli, “F.lli Cerrelli”; una fabbrica di materiale plastico, la “Ritesa”; l’azienda “Squillace” che lavora il ferro. Tra la popolazione è ancora molto radicata la mentalità del posto fisso. Una discreta percentuale di abitanti, infatti, è impiegata in enti pubblici e privati. Il reddito pro capite è alto, così come il tasso di disoccupazione.

Itinerari
Il territorio di Casabona, ricco di storia e di grandi spazi verdi, regala al visitatore la possibilità di immergersi nella natura e contemporaneamente di fare un salto nel passato. L’abitato è stato costruito su una collina carsica in cui, in passato, sono state scavate una serie di grotte. Le chiese sono circondate da preziosi giardini e molti palazzi gentilizi hanno il parco o addirittura l’orto botanico. Suggestivi, infine, i siti archeologici lungo le rive del fiume Vitravo. I ruderi di Casabona Vecchia In contrada Foresta, a nord-est dell’attuale centro abitato, si possono visitare i ruderi dell’antico borgo. Nel perimetro anche un’icona presumibilmente bizantina, la vecchia chiesa madre di Casabona e una torre di guardia risalente al ‘500.

 
 
Le informazioni presenti sono state acquisite da "Enciclopedia dei Comuni della Calabria" distribuita da: "il quotidiano"

vai alle località della provincia di :

Cosenza | Catanzaro | Vibo Valentia | Crotone | Reggio Calabria

Google
 
Web www.ntacalabria.it
 

pubblicizza la tua azienda sul sito è gratis...scopri come fare...contataci!!

 
cerca con google
scarica la locandina di ntacalabria
 
 
gurna
 
HOME

Nta Calabria Copyright © 2001 (ntacalabria) Tutti i diritti riservati  - ( Contattaci )