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Comune di Belvedere di Spinello

Municipio
Sede Comune: Piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa
Nome Sindaco: Antonio Amato
Telefono: 0962.52032
E-Mail: comune.belvederespinello@provincia.crotone.it
Sito Web: www.belvederespinello.it/

Dati statistici

Codice FISCO: A772
Codice ISTAT: 101001
Prefisso: 0962
C.A.P.: 88824
Distanza Capoluogo: 35
Superficie: 30.1900
Denominazione Abitante: belvederesi
Num. Abitanti: 2470
ASL Appartenenza:

Piccolo centro urbano, nato dalla fusione degli abitati di Belvedere e Spinello, si sviluppa sul bordo di una ‘faglia’ che domina la bassa valle del fiume Neto dal monte Castello al Convento degli Agostiniani. Annessa al convento vi è la chiesa di S.Maria della Scala con vicino eremo rupestre. Anticamente veniva chiamato anche Belvedere di Levante, o di Terra Giordana, talvolta col nome accoppiato a quello di Malapezza, che è un vasto territorio di ottimi pascoli, segnato il primo come Castello e l'altro come Terra. Da vedere a Spinello la Chiesa del S.Salvatore, una piccola ‘conicella’, e il palazzo Pignatelli posto su via Garibaldi. A Belvedere, oltre le sepolture ‘a grotticelle’ sul monte, sono da visitare le chiese di S.Maria dell'arco e della Trinità. Anticamente veniva chiamato anche Belvedere di Levante, o di Terra Giordana, talvolta col nome accoppiato a quello di Malapezza, che è un vasto territorio di ottimi pascoli, segnato il primo come Castello e l'altro come Terra. Da vedere a Spinello la Chiesa del S.Salvatore, una piccola "conicella", e il palazzo Pignatelli posto su via Garibaldi. A Belvedere, oltre le sepolture "a grotticelle" sul monte, sono da visitare le chiese di S.Maria dell'arco e della Trinità. --- Disteso per circa 6 km lungo il costone di roccia, Belvedere di Spinello è un piccolo centro della provincia di Crotone. È equidistante dalle montagne della Sila e dal mare e gode di un clima favorevole quasi per tutto l’anno. L’altezza del territorio sul livello del mare è di 300 metri. Confina con i comuni di Castelsilano, Santa Severina, Rocca di Neto e Casabona. Ha una superficie di 30,19 kmq e dista 30 km da Crotone.

Il Gonfalone
IL GONFALONE Drappo di giallo con la bordatura di azzurro, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dallo stemma con l’iscrizione centrata in argento recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo e i cordoni sono argentati. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali LO STEMMA Di azzurro, alle tre montagne di verde, fondate in punta, la montagna centrale più alta e più larga con i declivi visibili, quelle laterali con i declivi parzialmente celati dalla montagna centrale, questa sostenente il corvo di nero, imbeccato d’oro, esso corvo accompagnato in capo dalla croce stellata d’oro. Ornamenti esteriori da Comune.

La Geografia
LA GEOGRAFIA Disteso per circa 6 km lungo il costone di roccia, Belvedere di Spinello è un piccolo centro della provincia di Crotone. È equidistante dalle montagne della Sila e dal mare e gode di un clima favorevole quasi per tutto l’anno. L’altezza del territorio sul livello del mare è di 300 metri. Confina con i comuni di Castelsilano, Santa Severina, Rocca di Neto e Casabona. Ha una superficie di 30,19 kmq e dista 30 km da Crotone. Vette Timpa di Cassiano (detta “La Serra” - m 526), Montagna (m 525), monte Castello (m 381), Timpa del Salto (m 326). • Corsi d’acqua Fiumi Lese e Neto. • Popolazione (2004) 2.485 abitanti, di cui 1.198 maschi e 1.287 femmine. Le famiglie residenti sono 905. Gli abitanti sono detti belvederesi. • Come arrivarci Strade • Dall’A3: uscita Cosenza - SS 107 verso Crotone - svincolo per Belvedere di Spinello - subito dopo svoltare a sinistra seguendo le indicazioni. Da Crotone: SS 106 fino a Passo Vecchio - SS 107 - svincolo per Belvedere di Spinello - subito dopo svoltare a sinistra seguendo le indicazioni. Treni: FS a lunga percorrenza, stazioni di Cosenza e Crotone. Autobus: da Cosenza e da Crotone. Aeroporto: Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto.

La Storia
Le origini di Belvedere di Spinello sono incerte. Le notizie si legano principalmente al maniero che si trovava sul monte Castello e di cui non rimangono tracce. Nel 1073 Roberto il Guiscardo costruì tre roccaforti intorno a S. Severina per sconfiggere il nipote Abagelardo a lui ribellatosi. Gli storici identificano in una di queste il castello di Belvedere. Le prime notizie documentate sul paese risalgono al 1276, quando nei registri della cancelleria angioina viene citato con il nome “Belvedere di terra di Giordania o di Levante”. Sotto gli Angioini il castello di Belvedere pare fosse stato assegnato a Giovanni Montfort al posto dei feudi da questi persi in Sicilia durante la guerra del Vespro. Verso la fine del Quattrocento il casale di Belvedere figura tra i possedimenti del casato di tale Federico Assan Paleologo (in qualche maniera imparentato con l’ultima dinastia regnante del decaduto Impero romano d’Oriente - 1453). Successivamente il possedimento passò nelle mani dei Carafa, conti di Santa Severina, e da questi ai Lucifero che lo acquistarono unitamente al feudo di Malapezza. Nel 1603 Marcantonio Barbaro di Pedace acquisì il complesso feudale di Belvedere Malapezza. Ceduto per debiti, il territorio fu acquistato all’asta da Vittorio Rota di Pedace (1613). Passato a un altro ramo dei Rota (principi di Cerenzia), il feudo fu di Tommaso dal 1714 e, dopo la sua morte (1727), di Vincenzo Rota che, prima di morire (1742), rinunciò alle sue proprietà in favore della sorella Ippolita. La donna sposò don Vincenzo Giannuzzi-Savelli e alla sua morte titoli e feudi della famiglia passarono a questo ramo dei Giannuzzi. Nel 1807, durante il dominio francese, gli abitanti di Belvedere si ribellarono al potere regio. Si schierarono in difesa di Crotone, assediata dalle milizie francesi. In seguito a questa ribellione alcuni soldati si rifugiarono nel campanile della chiesa del SS. Salvatore, ma i briganti antifrancesi fecero irruzione e li uccisero. Nel 1811 Belvedere e Spinello (da sempre territori distinti) divennero un unico Comune, benché l’attuale nome del paese (fino ad allora soltanto Belvedere) risalga al regio decreto del 1863. Nel 1844, in una località nei pressi di Timpa del Salto, le milizie borboniche del luogo ingaggiarono un conflitto contro i fratelli Bandiera e i loro compagni. L’episodio contribuì ad allertare l’intero territorio tanto che i patrioti veneziani furono catturati nei pressi di San Giovanni in Fiore. L’eccessivo carico demografico avviò, dopo l’Unità, l’emigrazione di massa non bastando a bloccarla la parentesi fascista, nel corso della quale vennero realizzate alcune infrastrutture, come il ponte sul Neto, e venne avviata la bonifica delle terre paludose intorno a Belvedere di Spinello da cui si diffondeva la malaria. I terreni acquisiti dai contadini nel secondo dopoguerra, grazie alla riforma agraria, si rivelarono insufficienti sia a garantire un reddito dignitoso sia a fermare il forte richiamo esercitato dall’industria del nord. L’avvento della Montecatini (futura Enichem) nel 1967 risollevò solo in parte le condizioni di precarietà economica. L’agricoltura, settore già in crisi, fu scossa nel 1984 da un drammatico episodio: una marea di acqua salmastra, proveniente dalla miniera sotterranea di salgemma (probabilmente a causa della rottura di un tubo), inondò una delle zone più fertili. Nel 1997 l’unificazione dei due Comuni fu completata da un decreto presidenziale che attribuì ai centri un unico stemma.

L'Economia
Belvedere è un paese prevalentemente di commercianti (venditori ambulanti e negozianti al dettaglio), impiegati e liberi professionisti. Ma c’è dell’altro. Un patrimonio zootecnico di rilievo, la produzione di olio e la presenza di moderne aziende (alcune specializzate nella grafica, nel settore florovivaistico, nella confezione di calzature, nella lavorazione del marmo) rappresentano una realtà fino a poco tempo fa sconosciuta. Si profila anche un ritorno all’agricoltura. Tra le maggiori attività presenti sul territorio sono da evidenziare quella dei “F.lli Portaro” (lavorazione e imbottigliamento dell’olio), il vivaio “Agrigen” con coltivazione intensiva nelle serre, la cooperativa “Real Miele” che produce miele di alta qualità e le fabbriche di lavorazione dell’oro e dell’argento.

Itinerari

Dall’alto del monte Castello e per tutta la lunghezza del paese (ben 6 km) una dritta strada divide in due il centro abitato. È la via principale, alla quale fanno capo tutti i piccoli vicoli che si aprono ai lati. Poco lontano dalle abitazioni c’è il santuario della Madonna della Scala, circondato da una bella pineta, meta di pellegrini provenienti da tutto il circondano. Intorno al paese la vegetazione offre uno spettacolo incantevole: alberi di ulivo, olmi, eucalipti, querce e una gran varietà di erbe aromatiche. E questo l’habitat scelto da alcune specie di rari rapaci, tra cui il bellissimo corvo reale.
Le informazioni presenti sono state acquisite da "Enciclopedia dei Comuni della Calabria" distribuita da: "il quotidiano"

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