(m.l.m. 650 ab. 818)
Fondato, probabilmente, prima del Mille da Eustacchio Greco, Esarca dell'imperatore Basilio II, che gli diede il nome della propria madre, Alimena, baia dell'imperatore. Appartenne ai De Gennaro dal 1496 al 1579 e poi ai d'Aquino da Crucoli. La prima vendita dei carbonari in Calabria sorse in questo paese nel 1811. Nel 1828 fu aggregato a Malito e nel 1937 riacquistò la sua autonomia.
Ambiente paesistico.
L'abitato è su un poggio alla destra del fiume Savuto. Banchi di pietra marmorea e di argilla sono diffusi nel territorio che si estende sulla bassa valle del Savuto.
Patrimonio storico-artistico ed archeologico
Ad Altilia di generazione in generazione si è praticata l'arte dello scalpello attestata dalle chiese e dai palazzi.
o Chiesa dell'Assunta, di tardo romanico, la facciata principale è di pietra locale. Il portale, sormontato da una cornice ogivale in tufo, ha decorazioni e fregi ornamentali finemente modellati da maestranze locali. Notevoli gli intagli lignei delle panche del Presbiterio e i due confessionali. Sulla parete centrale dell'altare maggiore una tela della Vergine Assunta opera dell'olandese Guglielmo Borremans.
o Palazzo Municipale.Un tempo dei Baroni Marsico.
o Casa Caruso - il magnifico portale con decorazioni tufacee è opera degli scalpellini locali.
o Ponte romano detto di Annibale. Sulla strada provinciale che porta a Scigliano. Il prof. Emilio Barillaro scrive che fu "...gittato dai romani a servizio di Via Popilia, nel 203 a.C., distrutto dagli stessi costruttori all'epoca della sconfitta di Annibale, per arrestare la fuga di costui e impedirgli di raggiungere il mare, e poi ricostruito, con lo stesso materiale edilizio e con lo stesso modulo architettonico, dai guerrieri del generale Cartaginese per il transito della sua armata".
Servizi ed altre risorse complementari
L'economia è essenzialmente agricola. Vi è praticata la lavorazione del legno mentre l'arte dello scalpello, una volta nota in tutta la Calabria, è letteralmente scomparsa.
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