I produttori annunciano che i consumi negli ultimi mesi sono
cresciuti del 20-30%. La produzione è di piccole dimensioni
e pare che le domande superino le disponibilità. In
Italia il mercato dello struzzo muove circa 15 milioni di
euro l'anno con un media di circa 8.500 capi macellati. Dallo
struzzo si ricavano le uova, la carne che viene utilizzata
anche per gli insaccati e la pelle.
Più carne di struzzo sulle tavole degli italiani.
Un prodotto di nicchia che piace sempre di più tanto
che, spiega Gianluigi Veronesi vicepresidente di ''Assostruzzi'',
l'Associazione italiana allevatori dello struzzo "C'e'
stato in quest'ultimo periodo un notevole aumento delle vendite,
di circa il 20-30% rispetto ai consumi normale. Il problema
- dice Veronesi - è che essendo la produzione di medio,
piccole dimensioni si è trovata impreparata ad affrontare
questo boom di domanda, che non riesce a soddisfare''.
Assostruzzi è nata un anno e mezzo fa, raccoglie 15
allevatori di struzzi dislocati soprattutto nel nord Italia.
Attualmente il numero degli allevamenti si aggira intorno
ai 250/300 contro i 3.300 degli anni 1998/1999. Un calo dettato
da ragioni economiche.
In Italia orientativamente il mercato dello struzzo muove
circa 15 milioni di euro l'anno, con un media di circa 8.500
capi macellati. La carne viene distribuita in Italia attraverso
i punti vendita specializzati e attraverso la grande distribuzione
dove arriva il 10% della produzione totale nazionale.
Dei prodotti ricavati dagli struzzi le uova vengono utilizzate
soprattutto per la riproduzione, la carne, oltre ad essere
la base di piatti cucinati viene utilizzata anche per gli
insaccati. ''Soprattutto i prodotti in pelle - spiega Veronesi
- vengono esportati all'estero, in particolare in Giappone
e in Corea, mentre in Italia il mercato è ancora poco
maturo anche a caus del costo piuttosto alto". Dai dati
di Assostruzzi, il costo di un capo in pelle di struzzo, parte
da un minimo di 80 euro per arrivare a cifre ben più
alte.
Le aziende che aderiscono ad Assostruzzi sono per lo più
di piccole e medie dimensioni. L'allevamento più grande
si trova in provincia di Arezzo e conta circa 80 capi di bestiame.
"La carta vincente di questo mercato - sottolinea Veronesi
- è proprio la media dimensione. Oggi gli allevamenti
sono costituiti solo ed esclusivamente da capi italiani provenienti
dalla zona settentrionale del paese ''.
Aiol – 21/02/06
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