E’ di qualche settimana fa il provvedimento Cee che
regolarizza l’uso di alcune pratiche enologiche tra
le quali viene permesso l’uso di trucioli di legno per
determinare particolari caratteristiche.
Viene quindi accettata ufficialmente una pratica ormai diffusa
che permette di “insaporire” di legno i vini evitando
l’uso costoso delle barriques. L’affinamento di
un vino è tutt’altra cosa e niente potrà
sostituire questi preziosi recipienti ed il tempo che occorre.
Ah, badate bene che i trucioli siano della dimensione corretta
altrimenti sarete sanzionati.
E’ sicuro che i controlli in materia saranno assegnati
ai Consorzi di tutela, quelli degli “erga omnes”;
in commissione (pare esista una commissione) si sta ancora
discutendo su quanto far pagare questa pratica e questo è
il motivo che sta provocando il ritardo della riforma della
legge 164.
Incassato dunque questo riconoscimento ufficiale si apre
la strada ad un’altra scorciatoia. L’invecchiamento
del vino, ma anche della grappa e di qualsiasi altro distillato,
mediante idrolisi.
Questa idea (di un giapponese) è conosciuta da tempo
ma proprio in questi giorni è tornata alla ribalta.
Sembra che in alcune nazioni questo sistema sia ammesso. Per
i palati meno esigenti sarà possibile degustare vino
invecchiato lì per lì. Geniale soprattutto per
quei produttori che trovano poco conveniente sobbarcarsi i
costi dell’invecchiamento.
Già dalla prossima Pasqua, al vinaio adeguatamente
attrezzato, si potrà richiedere un Vino Novello del
2005 invecchiato 4 anni dei quali due in barriques. I più
esigenti potranno portare da casa il sacchetto con i propri
trucioli tostati al punto giusto.
Agronews – 10/02/06
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