Gioia Tauro (RC), NO alla chiusura delle Ferrovie Taurensi. Massiccia l’adesione allo sciopero del 29 indetto dal SUL.

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SUL

Quali siano le logiche che puntano ad un progressivo smantellamento del trasporto su ferro in Calabria, a noi sinceramente sfuggono. E’ inspiegabile che, in una regione come la nostra dove raggiungere paesi dell’entroterra è quasi un‘impresa, pur in presenza di una rete ferroviaria sicuramente da rimodernare, ma comunque esistente, non si investa creando servizi vitali per l’utenza e valorizzando contestualmente percorsi turistici e storici sui quali in altre zone d’Italia vengono costruite le fortune di intere comunità.

La possibile chiusura delle linee Taurensi che periodicamente diventa il cavallo di battaglia di un’azienda che continua nella sua miopia progettuale a non capire le reali potenzialità che la posizione geografica di Gioia Tauro può offrire come polo centrale  delle due tratte esistenti: la Gioia Tauro- Cinquefrondi (che da Gioia tocca Amato, Taurianova, Cittanova, S.Giorgio Morgeto,  Polistena e Cinquefrondi ) e la Gioia Tauro-Sinopoli la cui tratta da Palmi a Sinopoli è addirittura chiusa dal 1994.

Se si provasse a pensare ad un potenziamento del servizio tipo “Metropolitana della Piana” che andasse a sfruttare le sinergie già presenti in Ferrovie della Calabria in termini di integrazione ferro-gomma, potremmo pensare realmente al rilancio delle Taurensi con un’offerta di mobilità per i cittadini degna di questo nome. All’utenza attuale, composta da alunni, insegnanti e lavoratori che ogni giorno si sposta dall’entroterra pianigiano, se ne potrebbe aggiungere altra. Ripensare tutti i servizi anche e soprattutto in funzione di un’area portuale che lavora ventiquattro ore su ventiquattro calibrandoli sulle necessità di centinaia di lavoratori che da tutti i paesi succitati, tutti i giorni, si recano con la propria autovettura al porto di Gioia Tauro, potrebbe essere la strada per attivare investimenti in termini di infrastrutture e risorse al fine del rilancio complessivo delle Ferrovie della Calabria.

Chiudere le linee Taurensi sarebbe un errore, non solo in termini di spreco di professionalità, e di risorse finanziarie ed economiche già impegnate negli anni, ma in particolare in termini di impatto ambientale perché verranno messi in servizio, in sostituzione delle littorine, dei bus che spesso, per le peculiarità del servizio offerto, aprono la strada all’uso dell’auto privata. La necessità di privatizzare le linee Taurensi, come viene ipotizzato, diventa quindi una scelta politica sulla mobilità in Calabria. L’Ente Regione dovrà farsi carico invece anche del futuro di FdC nel suo complesso, per il bene dei cittadini e dei lavoratori che hanno aderito in massa allo sciopero del 29 u.s. indetto dal SUL e a cui hanno aderito i lavoratori di tutti i sindacati, e non può certo pensare, tenuto conto delle pessime esperienze di privatizzazione già in essere e la precaria offerta di esercizio, che il tutto si possa risolvere scaricando le responsabilità su terzi con liberalizzazioni  senza progetto o permettendo che si dismettano i servizi  già di per sè insufficienti.

Un’attenta analisi delle opportunità offerte dal mercato della mobilità sulla Piana di Gioia Tauro consentirebbe, invece, di programmare investimenti con un sicuro ritorno economico e finanziario.
Investire e potenziare: questo deve essere il percorso da prospettare alla Regione Calabria e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti affinché vengano rivenuti tutti i fondi necessari per il rilancio complessivo di Ferrovie della Calabria iniziando dalla Piana di Gioia Tauro.

Il Segretario Regionale SUL – Calabria
Ing. Carmelo Cozza

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Author: Consuelo

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