REGGIO
CALABRIA. Dopo Roccella Jazz, il Festival della Tarantella
di Caulonia e “Ai confini del Sud” di Locri, manifestazioni
musicali finanziate dalla Provincia di Reggio Calabria, la
musica etnica lascia i confini territoriali per approdare
nell’Europa dell’Est. Giovedì 7 a Budapest,
venerdì 8 al Dombos Festival di Kischenegyes, in Serbia,
e sabato 9 al Kalàka Folkfestival di Miskolc, in Ungheria,
uno degli eventi musicali più importanti dell’Europa
dell’Est, i Mattanza saranno testimonial d’eccezione
delle potenzialità turistiche dell’intera provincia.
L’assessore provinciale al Turismo, Ornella Milella,
ha spiegato: “Crediamo da sempre nella possibilità
di utilizzare il recupero della musica etnica, obiettivo ottimamente
raggiunto da alcuni gruppi locali, per far conoscere le nostre
tradizioni e le nostre peculiarità oltre i confini
regionali. La promozione turistica, per la quale la Provincia
si sta impegnando da tre anni, non è soltanto la pur
ottima produzione dei tanti mezzi di comunicazione: una strategia
di comunicazione turistica a 360 gradi deve saper coinvolgere
ciascuna delle potenzialità reggine, tra le quali la
musica tradizionale occupa un posto preminente. Abbiamo accolto
- ha aggiunto - con entusiasmo la possibilità di unire
all’invito delle organizzazioni internazionali ricevuto
dai Mattanza, gruppo di grande spessore musicale, la possibilità
di far conoscere più da vicino le nostre offerte turistiche.
Il sito turistico provinciale, tradotto in 16 lingue, è
già accessibile anche in ungherese: la presenza dei
Mattanza sarà il miglior veicolo per divulgarne l’esistenza,
in modo capillare, ai ragazzi che giungeranno a Budapest da
ogni parte dell’Est Europa”. Il presidente Pietro
Fuda ha aggiunto: “Sono stato colpito dalla frase con
la quale i Mattanza concludono tutti i concerti, “un
popolo senza storia è come un albero senza radici:
è destinato a morire”, eccellente sintesi delle
fondamenta del nostro programma amministrativo. Sono convinto
che Mimmo Martino ed il suo gruppo sapranno rappresentare
le nostre tante peculiarità nel migliore dei modi”.
Secondo Mimmo Martino, cantante e leader del gruppo, la ricerca
delle radici è “la motivazione principale per
cui, dal 1976, siamo impegnati nel portare avanti una valorizzazione
completa della cultura popolare, attraverso un linguaggio
musicale nuovo ed accessibile, non solo per gli addetti ai
lavori, con strumentazione prevalentemente acustica”.
I Mattanza nascono nel 1997, ma la loro storia ha radici lontane.
Fin dalla seconda metà degli anni ‘70 erano state
gettate le basi per quello che sarebbe stato il progetto come
oggi è conosciuto: un irresistibile crocevia di suoni
e liriche che attingono dalla tradizione popolare calabrese
con tutta la potenza della saggezza antica, ma con la freschezza
di una nuova concezione musicale. Dopo l’uscita di “Razza
Marranchina” nel 1997, frutto di esperienze diverse
legate alla storia non scritta della Calabria, il gruppo inizia
un’intensa attività “live”, dalla
quale scaturirà anche il progetto “Cantu da Passioni”.
Nel 2003 i Mattanza tornano in studio per produrre “Nesci
Suli”, disco/manifesto di altissimo impatto emotivo,
summa dell’originalissimo rapporto con la tradizione
popolare e la raffinatezza dei suoni e delle composizioni.
Due brani di questo lavoro saranno in seguito inseriti nella
compilation “Etno 1”, voluta dagli ideatori della
fortunata trasmissione radiofonica Rai Radio1 “Demo”.
Capaci di performance dal vivo di altissimo spessore, i Mattanza
ricevono diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Anassilaos
2004 per la musica, già assegnato a Manuel De Sica
e Riccardo Muti. Dal 1997 ad oggi sono diverse le reti radiofoniche
e televisive che li hanno visti ospiti: oltre alle locali
Radio Energie, Telespazio1 e RTV, in trasmissioni Rai come
“Linea Verde”, “L’Una Italiana”,
“Ambiente Italia”, “Primo Piano”,
“Demo”.
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