Retrodatata la presenza umana a Brancaleone

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Ci sono voluti anni di indagini, ricognizioni e ricerche, suffragate da documentazione e testimonianze dirette con la popolazione per arrivare alla straordinaria scoperta che i due ricercatori “per passione” hanno fatto.

Nella ricognizione di Domenica 12 Gennaio, Carmine Verduci e Sebastiano Stranges (noto ricercatore e conoscitore dell’archeologia) hanno effettuato un breve documentario atto a testimoniare le recenti scoperte che stanno interessando la comunità scientifica Italiana.

Di Brancaleone Vetus conosciamo già molto,

com’è noto dalle ricerche  condotte negli anni da noti ricercatori come Domenico Minuto, Vincenzo De Angelis e Carmine Laganà, ma quello che non è passato inosservato ai due pionieri delle antiche civiltà, sono le grotte di Brancaleone, disseminate un po su tutto il comprensorio, che narrano di una storia antichissima e ancora celata sotto terra.

Sperlinga, sarebbe stato il nome di Brancaleone, dal Greco Spelugx. che significa Spelonca/Grotta/Caverna, ed è da questo toponimo che sono partite le osservazioni fatte da Stanges e Verduci, i quali durante l’ultima ricognizione hanno evidenziato e retrodatato la presenza umana a Brancaleone Vetus,  già frequentata a partire (VIII-IX sec. a.C.) età del ferro.

Una serie di grotte che hanno le caratteristiche molto chiare

non dissimili dalle grotte presenti di quell’età sui territori di Janchina- Locri, Canale e Stefanelli-Gerace. Simili si trovano anche nella costa ionica siciliana come nella necropoli di Pantalica.

Analogie di fatto, capaci di raccontare una storia diversa da quella fin’ora conosciuta che è più recente.

Tombe a grotticella

che rappresentano un periodo storico ben preciso, che hanno poi subito la trasformazione in asceteri e romitori per i monaci orientali che vi hanno abitato dando vita poi, alla città di Brancaleone, che dall’anno 1000-1100 hanno visto una nuova trasformazione, per essere così inglobate di fabbricati che oggi a causa dei crolli ci stanno dando prova dell’esistenza di un’antica civiltà rupestre non dissimile a quella del sito archeologico di Zungri (VV) e Matera.

Ne emerge un quadro interessante,

considerando le numerose scoperte che i due stanno effettuando da 8 anni di attività con la Pro-Loco di Brancaleone che sta avviando un processo di rinascita dell’intera area archeologica urbana di Brancaleone Vetus, che oggi interessa al turismo d’oltralpe e d’oltre oceano.

Considerando le numerose grotte ancora sepolte da antiche frane, Sebastiano Stranges ritiene necessaria una seria campagna di indagine e scavo sull’area di Brancaleone che potrebbe nascondere numerosi segreti.

Qui di seguito il documentario. Buona visione…

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Author: Carmine Verduci

Nato a Brancaleone nel 1984, ha frequentato l'istituto d'arte di Locri. Artista e scrittore, ama la musica, la natura, la fotografia, la storia delle leggende Calabresi e dell'archeologia. Si occupa di divulgazione e promozione culturale dell'area grecanica e locridea, attraverso l'organizzazione di eventi culturali nella propria città e sul territorio.