Erede
dell'antica Locri Epizefìri, i cui resti si estendono, pochi
chilometri a sud-ovest dell'attuale nucleo abitato, tra il
litorale e le colline dell'immediato entroterra, la cittadina
fu fondata come colonia dai greci della Locride nel 673 a.C.
e raggiunse il massimo splendore nel V secolo a.C. Nell'antichità
era famosa per la sua legislazione, attribuita a Zaleuco e
fortemente conservatrice, per la "prostituzione sacra",
ricordata dagli scrittori antichi, una pratica legata al culto
di Afrodite, e per l'artigianato di lusso. Conquistata da
Annibale nel 216 a.C., passò ai romani nel 205 a.C., decadendo
progressivamente, fino alla completa distruzione a opera dei
saraceni nel VII secolo |
Le
rovine, di varie epoche, sono disseminate in una vasta area:
oltre ai resti delle mura e di varie fortificazioni, si conoscono
un importante tempio ionico (V secolo a.C.), decorato con
le statue in marmo dei dioscuri; il teatro greco-romano; le
vestigia del tempio dorico di Zeus (VI-V secolo a.C.), di
cui è stato rinvenuto l'archivio, composto da trentanove tavolette
bronzee iscritte; il complesso delle Centocamere; varie abitazioni.
All'ingresso dell'area degli scavi si trova il Museo archeologico,
che raccoglie interessanti reperti, fra cui la notevole serie
delle tavolette votive in terracotta dipinta, destinate al
culto di Persefone, del V secolo a.C. |