Se la tradizione gastronomica dell’area
costiera di Reggio Calabria è particolarmente ricca
di piatti a base di pesce (pesce azzurro, tonno, pesce spada)
pescato quotidianamente nello Stretto, le aree montuose
dell’interno offrono invece i prodotti di un’economia
tipicamente pastorale e contadina. Nell’area grecanica
dell’Aspromonte in alcuni villaggi si parla ancora
un dialetto simile al greco antico e qui è possibile
trovare, ma non in commercio, un rarissimo formaggio pecorino
realizzato con uno stampo di legno particolare, la musulupa,
che lascia sulla forma un’impronta circolare raffigurante
figure umane, pupazzi. Tradizionali nella cucina locale
sono i maccaruni ‘e casa, maccheroni fatti a mano
arrotolando un pezzetto di pasta attorno a un giunco oppure
a un ferro da calza. La loro origine è magnogreca,
sono conditi di solito con ragù di maiale e manzo
o di capra. I maccaruni e la pasta secca in genere, importata
dagli Arabi nel X secolo, sono insaporiti spesso con salsa
di pomodoro fresco, sugo di pesce o frutti di mare, oppure
vengono proposti in timballo, farciti con formaggi e salami,
legumi o verdure oppure, tradizionalmente alla vigilia di
Natale, con acciughe salate e mollica. Tipici di quest’area
della Calabria sono poi capocolli, soppressate, ‘nduja
e salsicce arricchite sempre con peperoncino e finocchietto.
I dolci della provincia reggina sono un’anticipazione
della ricca, sontuosa, tradizione dolciaria siciliana. Particolarmente
interessanti i torroni, ripieni di morbida pasta di mandorla
oppure di mandorle a pezzetti e ricoperti di ostia, di zucchero
glassato o di cioccolato, bianco o nero. Ma non si può
parlare di questa zona della Calabria senza citare la produzione
di bergamotto. Le notizie circa la provenienza del bergamotto
e l’avvio della coltivazione in questa zona della
Calabria sono le più diverse. Originario delle Canarie
e portato in Spagna, nella città di Berga, dallo
stesso Colombo, oppure arrivato in Italia da Pergamo in
Tuchia, più verosimilmente il bergamotto è
una mutazione spontanea da altre specie agrumarie attecchita
nel XVII secolo nei dintorni di Reggio Calabria. Il bergamotto
trovò nella fascia costiera, lunga un centinaio di
chilometri alla base delle pendici dell’Aspromonte,
tra Villa San Giovanni e Gioiosa Ionica, il terreno ideale
per la sua produzione. La sua fama è legata all’invenzione
nel 1704 della prima acqua di colonia a base di essenza
di bergamotto, opera di un profumiere piemontese emigrato
in Germania, a Colonia. In seguito allo sviluppo della industria
profumiera e alla grande richiesta di essenza le coltivazioni
si estesero: nel 1830, nella zona di Melito Porto Salvo,
i grandi proprietari terrieri dell’epoca realizzarono
i primi impianti industriali di trasformazione. La maggioranza
del prodotto attualmente è esportato sotto forma
di olio essenziale all’estero, in particolare in Francia,
per essere utilizzato dalle case cosmetiche e farmaceutiche.
Straordinaria la raccolta di funghi nelle foreste di faggi
dell’Aspromonte: porcini, pineroli, rositi, tricoloma
sono in vendita in bancarelle improvvisate sulle strade
dell’immediato entroterra reggino, in particolare
a Gambarie.