Reggio Calabria, presentati studi su dissesto idrogeologico

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Duecento tra tecnici, amministratori locali e addetti ai lavori hanno partecipato alla presentazione dei risultati dello studio sul dissesto idrogeologico realizzato  dall’Università “Mediterranea” e voluto dall’assessorato provinciale alla Difesa del suolo e salvaguardia delle coste, guidato dal vicepresidente Giovanni Verduci.

“Ricerche geologiche per la difesa del suolo e la pianificazione di bacino in provincia di Reggio Calabria”, questo il titolo del volume consegnato ai rappresentanti di quasi tutti i comuni del territorio reggino.

L’incontro, moderato dal giornalista Francesco Legato, è stato aperto dal Presidente della Provincia, Giuseppe Raffa. “I fenomeni di dissesto – ha esordito il Presidente – sono manifestazioni naturali spesso impetuose, rapide e talvolta catastrofiche, giudicate spesso come “eccezionali” e “dannose” e pertanto da contrastare. E’ tuttavia indubbio che in molti casi è l‘azione antropica ad innescare o accelerare questi processi naturali, espressione di una inarrestabile dinamica terrestre. La difesa dai rischi idrogeologici si realizza nei termini di previsione, prevenzione e mitigazione. Per questo motivo – ha poi concluso – abbiamo attivato una convenzione con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria al fine di studiare, sotto il profilo scientifico, ogni aspetto e proporre una visione strategica ed operativa che possa essere la base da cui partire per una più larga programmazione regionale”.

Entusiasta anche il professore Ottavio Amaro: “Il nostro territorio – ha poi chiosato – con le sue caratteristiche e peculiarità non è un limite ma una risorsa da tutelare”.

Dopo l’intervento dell’architetto Giuseppe Mezzatesta, dirigente provinciale del settore Difesa del suolo, che ha voluto sottolineare “la volontà di far capire, alla nostra e alle future generazioni, quanto sia essenziale mescolare bene la conoscenza scientifica con la conoscenza del territorio  in cui si vive per sviluppare in tutti l’indispensabile cultura del rischio”, è toccato al professore Giuseppe Mandaglio, responsabile scientifico della ricerca, illustrare i contenuti e rappresentare alcune considerazioni.

“Questa ricerca – ha dichiarato il professore – individua le cause dell’elevato grado di dissesto idrogeologico del nostro territorio, rappresenta su adeguata cartografia le frane, i bacini idrografici, determina il trasporto solido potenziale dei corsi d’acqua alla foce,  individua metodologie per l’esecuzione di Piani di bacino,  fornisce le informazioni di base alle quali attingere per la realizzazione di itinerari specifici in grado di valorizzare i caratteri geologici, geomorfologici, idrogeologici, ambientali e paesaggistici del territorio provinciale, contiene uno studio  della sismicità.  L’uomo  – ha poi concluso Mandaglio – non può eliminare i terremoti né arrestare la morfogenesi o cancellare le pericolosità naturali, ma è in grado di trasformare le pericolosità in rischi. Per la prevenzione e la mitigazione dei rischi si richiedono politiche che prevedano sia adeguati piani di intervento per le situazioni di emergenza e sia la identificazione, nel bacino idrografico, dell’unità fisografica minima per la pianificazione territoriale, per l’uso del suolo e la mitigazione dei rischi naturali”.

L’incontro è stato concluso dal vicepresidente della Provincia e assessore alla Difesa del suolo, Giovanni Verduci.

“Gli interventi di difesa del suolo presuppongono una conoscenza dettagliata del territorio. Qualunque programmazione non può non tenere conto dei cambiamenti in atto, della continua evoluzione dello stato dei luoghi, delle dinamiche che governano la Terra e delle ingerenze esercitate dall’uomo. Come sostengono i tecnici, non esistono soluzioni universali che possano rappresentare la panacea a tutti i mali. Non esiste una formula magica che possa valere per ogni angolo della Terra. E’ necessario, invece, scegliere un punto di osservazione, restringere sempre più il campo di studio per comprenderne meglio i fenomeni che lo caratterizzano. Per questo, abbiamo inteso coinvolgere la nostra Università che possiede le competenze e le professionalità adeguate per raggiungere questo importante traguardo. Il nostro territorio, purtroppo, è caratterizzato da situazioni di dissesto diffuso che ne limitano anche lo sviluppo, con l’aiuto dell’Università, adesso, si potrà intervenire nei tempi e nei modi più opportuni. Sono orgoglioso – ha poi concluso Verduci – di quanto è stato fatto, doniamo alla Città Metropolitana di Reggio Calabria le armi per difendere il territorio e favorirne lo sviluppo”.

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Author: antonino lugarà

antonino lugarà, autore e collaboratore presso la testata ntacalabria.it

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