
di TERESA CARMINE ROMEO
Era un pomeriggio di fine ottobre, quando arrivò la telefonata che aspettavamo dalla spedizione del nostro piccolo pacco. Ricevuto! Non un mese qualunque, ma quello dedicato alla prevenzione del tumore al seno.
La lotta contro il cancro non è singolare, interessa tutto il nucleo familiare, soprattutto se si tratta di una famiglia come la mia, unita come le cinque dita di una mano. Mia zia, Simona Maisano, è una donna rosa, una guerriera che ha da poco combattuto contro il tumore al seno, triplo negativo progressivo, con conseguente mastectomia.
Sapevamo che dopo la quarta seduta di chemioterapia i capelli sarebbero iniziati a cadere, lo sapevamo ma non eravamo preparati e non lo si è mai. I capelli, si sa, per la donna sono la cornice del viso. E poi un giorno li vedi cadere, tanti, troppi… si devono rasare, è consigliabile.
Il Bastardo, così lo chiamano in molti, ma io l’ho sempre chiamato con il suo nome anche quando ha bussato alla porta di mia mamma. Tumore. Tumore al seno. E siamo donne Rosa, con le nostre cicatrici ma belle, sempre belle. Anche io ho la mia piccola cicatrice, un fibroadenoma ”mostruoso”, così lo hanno definito dopo l’intervento ”mostruoso”, ma dei mostri non ho mai avuto paura, nemmeno da bambina.
Mia zia ha deciso di non rasare i capelli, bensì di donarli avvolti in una lunga treccia. Ricordo quel giorno, abbiamo lavato i capelli, l’ho aiutata a lavarli io, mentre la parrucchiera li ha intrecciati tra le lacrime di tutti, anche tra le sue, e ha tagliato. Avevamo già deciso di donare la treccia e già dal giorno dopo, con la nonna vicino, ho iniziato un giro ininterrotto di telefonate durato giorni. Abbiamo trovato la persona giusta che ci ha chiesto però di aspettare che passasse l’emergenza covid19. L’ho risentita spesso, affinché non si scordasse di noi.
Nel riprendere in mano la treccia per farla partire verso una nuova vita, ho sentito tutto il peso di quello che è stato. Ho sentito la forza ed il coraggio. La paura e la speranza. Ho rivisto, riflesso negli occhi di mia nonna, il dipinto dell’umana Pietà e risentito il silenzio di ogni singola parola.